BIATHLON

L'argento vivo di Dorothea, nuova icona dello sport italiano

La medaglia ai Mondiali di Oslo costituisce la definitiva consacrazione per la 25enne di Rasun, già pronta a succedere a Cagnotto e Pellegrini


Maurizio Di Giangiacomo


BOLZANO. È nata una stella. Anzi, era già nata da un pezzo. Ma in questa stagione Dorothea Wierer ha iniziato a brillare ancora più forte, fortissimo, come nessun’altra aveva brillato prima, nel firmamento del biathlon femminile italiano. Ai suoi podi in Coppa del mondo ci eravamo ormai abituati. I due bronzi iridati – a Nove Mesto nel 2013 e a Kontiolahti l’anno scorso – li aveva conquistati assieme alle compagne di squadra, quello olimpico di Sochi nella staffetta mista.

L’argento di Oslo – anche il teatro dell’impresa ha una sua importanza – invece è tutto suo, non lo deve dividere con nessuno. E infatti l’impresa compiuta da “Doro” domenica nell’inseguimento sulla mitica collina di Holmenkollen l’ha definitivamente consacrata quale nuova icona dello sport italiano. Perché si tratta appunto della medaglia più pregiata mai conquistata da una biatleta azzurra: nemmeno Nathalie Santer aveva osato tanto. Le “stimmate” della primadonna, del resto, la 25enne di Rasun aveva dimostrato di averle già da un pezzo. Già nel 2011, quando dominò i Mondiali Juniores, sempre a Nove Mesto, conquistando l’oro nella sprint, nell’inseguimento e nell’individuale: roba da campionesse vere, e infatti agli allori giovanili fecero presto seguito quelli continentali, primo fra tutti l’argento in staffetta agli Europei della Val Ridanna assieme a Fiandino, Andreola e Oberhofer.

Dorothea Wierer, una miss al poligono

L'altoatesina atleta-copertina  dei Mondiali

Il resto è storia più recente, con le già citate medaglie di bronzo con la staffetta ai Mondiali 2013 e 2015, inframmezzate da quella olimpica conquistata con la staffetta mista ed una lunga, lunghissima striscia di podi in Coppa del mondo. Merito della sua velocità sugli sci e della sua ottima mira. Ma alle doti agonistiche, per la gioia del marito fiemmese Stefano Corradini, Dorothea unisce quelle... fisiognomiche: brevilinea ed esplosiva, la signora del biathlon azzurro vanta curve mozzafiato che, assieme al viso grazioso, ai lunghi capelli e agli occhi azzurri, ne hanno già fatto un sex symbol dello sport mondiale, a suo agio tanto sugli sci, con le tutine attillatissime che ne esaltano la silhouette, quanto in costume tradizionale tirolese, il Dirndl, magari abbinato ad un elegante tacco 12...

Con colleghe dallo sconfinato palmares quali Federica Pellegrini e Tania Cagnotto quasi sul viale del tramonto, Dorothea Wierer scia e spara per conquistare il ruolo di nuova icona assoluta dello sport italiano. E fate attenzione, perché “Doro” è una che di solito fa centro.

Twitter: @mauridigiangiac













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