La Lega chiede meno stranieri nell’hockey

Tra le proposte al vaglio della Federazione anche l’abolizione delle retrocessioni. Prima di tutto bilanci in ordine



BOLZANO. L’hockey che verrà. L’hockey del futuro che vogliono le società. L’hockey che ha nella trasparenza finanziaria e nella riduzione graduale del numero effettivo degli stranieri, comunitari e non, i punti fondamentali di un piano di rinnovamento, della durata di cinque anni, che le società hanno varato e deciso di sottoporre al vaglio della Federazione per ottenerne il benestare.

Certo, lo stato di salute non è dei migliori, ma la Lihg è ancora viva, si muove, sforna qualche idea, e già questa è una notizia. Le società in pratica hanno messo nero su bianco la formula del prossimo campionato di A1, trovando anche l’accordo sul numero dei transfer card. Storicamente il passaggio più delicato, perchè da sempre si sono scontrate diverse linee di pensiero.

«Abbiamo deciso di porre in anticipo le basi per il futuro del movimento – spiega il presidente della Lega Hockey Tommaso Teofoli – e ora attendiamo le risposte della Federazione sulle proposte avanzate. Il nostro auspicio è quello di definire entro fine giugno quella che sarà la struttura della prossima annata sportiva». Si profila quindi un periodo di superlavoro per la Federazione, chiamata a valutare anche (come riportiamo sotto) la volontà di alcuni club di A2 di giocare in un campionato austriaco.

Venendo a quanto proposto (all’unanimità, sì sì, proprio così) dalle società, partiamo dalla denominazione. Secondo quanto deciso dall’assemblea delle società il nuovo campionato si chiamerà Eliteliga Serie A, una nuova terminologia che rappresenta la base per le prossime sfide sia economiche che di marketing.

Con il prossimo campionato l’intenzione è quella di far partire un progetto quinquennale. La prima novità riguarda il capitolo promozioni e retrocessioni, le quali risulteranno abolite. Per prendere parte al massimo torneo nazionale le società interessate dovranno avere determinati requisiti sportivi ma soprattutto finanziari. Attualmente i club dell’ultima serie A farebbero parte del progetto, al quale però potranno aderire anche altre realtà in grado di proporre determinati parametri.

L’obiettivo di crescita da parte del movimento porterà ad una più attenta analisi dei bilanci dei club. Questi saranno obbligati a presentare i loro bilanci e a tenere un comportamento economico il più retto possibile, evitando di creare dei deficit e impegnandosi a ridurre i debiti accumulati nel corso degli anni.

A partire dalla prossima stagione e anche nella successiva, il numero di transfer card per ogni squadra dell’Eliteliga non potrà superare le cinque unità effettive. A partire dal campionato 2015/2016 il numero scenderà a quattro.

Infine, è richiesto dalle società un regolamento unico per quanto concerne il rapporto di farm team tra i club, che permetta ai giovani giocatori di non veder compromessa la loro opportunità di disputare gare di una lega inferiore. L’intenzione, infatti, è quella di creare un flusso di atleti dalle categorie maggiori a quelle minori. (gdc)













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