La Nba riparte nella “bolla” ma il Covid fa ancora paura 

Basket. Il campionato professionistico riprende 4 mesi dopo l’interruzione per la pandemia Si gioca a porte chiuse a Disney World di Orlando: subito in campo i Pelicans di Nicolò Melli



Roma. La Nba riparte. Dopo oltre quattro mesi di stop causa pandemia, il grande basket americano si ritrova nella cosiddetta “bolla” del Disney World a Orlando, Florida, per riprendere il campionato interrotto a marzo. Saranno 22 le squadre e 346 i giocatori che porteranno a termine questa disgraziata stagione contrassegnata dal Coronavirus, che negli States peraltro fa ancora tanta paura (in Florida 6mila morti). Per i giocatori e gli staff sono state studiate eccezionali misure di isolamento e anticontagio, tamponi e test continui. Da settimane non si verifica più nessun positivo, e anzi alcuni atleti che erano stati colpiti dal Covid e poi guariti si sono aggregati alle rispettive squadre. Tuttavia c’è molta tensione nei team, perché numerosi giocatori sono stati colti in flagrante violazione delle norme di sicurezza, tanto che la Lega ha istituito un numero verde al quale denunciare chi non rispetta le regole.

Tocca subito a Melli

Da oggi si riprende dunque e si giocherà a porte chiuse, fatto assolutamente inedito per l’Nba, dove la partecipazione del pubblico è sempre stata molto forte e rumorosa. Dagli schermi tv si potranno sentire le parole dei giocatori in campo e quelle dei tecnici, per gli appassionati sarà una cosa dell’altro mondo. Fino al 14 agosto si giocheranno in tutto 88 partite, su tre campi diversi; dal 17 agosto cominceranno i playoff; le finali da fine settembre, ultima partita il 13 ottobre. Prima dello stop, il torneo vedeva il dominio nella Western Conference dei Lakers di Lebron James, seguiti dai Clippers; e a Est dei Bucks di Giannis Antetokounmpo, seguiti dai Raptors campioni in carica. Le prime squadre a sfidarsi saranno Utah Jazz e i New Orleans Pelicans di Nicolò Melli. La seconda partita sarà il derby di Los Angeles fra i Lakers e i Clippers.

Manifestazioni antirazziste

Dopo la vicenda di Floyd George, 75 giocatori hanno deciso di giocare indossando una maglietta con una scritta antirazzista. La maggior parte dei giocatori ha scelto equality (uguaglianza). Sulla maglia di Marco Belinelli e Nicolò Melli ci sarà scritto uguaglianza, Danilo Gallinari ha invece scelto giustizia. Ma c'è anche chi come Lebron James ha rifiutato di partecipare, dicendo che non ha bisogno di una scritta sulla maglia per far sapere come la pensa sul razzismo.















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