Ma con la Scandinavia c’è un abisso

Trento. Il mondo "Marathon" sugli sci stretti in Italia ha avuto un grosso incremento negli ultimi anni anche grazie a chi, come Bruno Debertolis, ha creduto nella sfida ‘Ski Classics’ fin dal 2012....



Trento. Il mondo "Marathon" sugli sci stretti in Italia ha avuto un grosso incremento negli ultimi anni anche grazie a chi, come Bruno Debertolis, ha creduto nella sfida ‘Ski Classics’ fin dal 2012. È un serie di gare soprattutto scandinave, ma l’Italia è un paese fra i preferiti dal CEO di Ski Classics David Nilsson. Apertura della prossima stagione a Livigno il 27 e 29 novembre (con la Sgambeda il 28), poi il 19 e 20 dicembre La Venosta, quindi il 23 e 24 gennaio la Dobbiaco-Cortina e Marcialonga il 31 gennaio. Il primierotto ha dato ispirazione negli anni ad una trentina di under 25, primo a praticare il double poling, una tecnica quasi sconosciuta o ‘vista da lontano’. Purtroppo la grande maggioranza di questi giovani atleti deve fare i conti con un "normal job" per sbarcare il lunario, quindi l’allenamento e le competizioni, pur essendo intrapresi con spirito ed impegno da pro, per loro sono un… doppio lavoro.

Gianni Casadei è uno che non ha peli sulla lingua e quando si dice che l’Italia sarebbe avvantaggiata da cinque eventi sbrocca: «Dovrebbe esserlo ma purtroppo, anziché fare sistema e tentare di costruire qualcosa tutti insieme, partendo da questa opportunità e visibilità rivolgendosi ad un target sempre più ampio, c'è chi trova maggior soddisfazione nei vizi di sempre; rubacchiare un piccolo sponsor qua e là, portare via atleti invece di costruirseli in casa con pazienza, e vivere di soddisfazioni effimere condivise da quattro gatti!». I budget per i team in Scandinavia sfiorano il milione e mezzo; il Team Robinson Trentino, per far fronte a tutte le spese di gestione, iscrizioni, viaggi, alloggi, materiali e qualche piccolo rimborso spese, investe circa 80.000 euro, adattandosi in appartamenti invece che in hotel e viaggiando in economia. Ma Casadei rimarca: «Per fare un bel lavoro, occorrerebbe un budget almeno doppio. Per portare avanti un progetto con dieci atleti giovani ed uno o due esperti, con raduni collegiali, stage, uno staff adeguato e materiali top servono almeno 150/160.000 euro all'anno. Ringrazio tutti quegli sponsor che fino ad oggi ci hanno dato fiducia, spero diventino sempre di più per portare avanti un progetto in grado di costruire qualcosa di importante e rivolto al futuro di questo sport. Sicuramente il Trentino è in prima fila».













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