Merano non conferma Ansoldi «La decisione mi ha sorpreso» 

Hockey. La società del Passirio ha deciso di separarsi dal suo storico allenatore e di affidarsi ad un nuovo tecnico «Mi dispiace, questa maglia, questi colori, rappresentano un amore che dura da sempre, qui sono nato, cresciuto»


Thomas Laconi


Merano. Un lungo amore finito in tre minuti. Massimo Ansoldi saluta il Merano. In Via Palade comincerà una nuova era senza il simbolo di decenni di hockey, certificati anche, ma non solo, da quella maglia, la mitica numero 16, appesa sul tetto della Meranarena. Tutto finito, in pochi istanti. Due chiacchere, un saluto veloce e fine del rapporto. Ansoldi senior ha deciso di comunicare la dolorosa scelta in uno stringato ma coinvolgente post sulla sua pagina facebook. “Ciao amici dell'hockey la mia avventura con l’HCM finisce qui.

È stato un percorso della mia vita a dir poco fantastico. Sono maturato come allenatore ma soprattutto come persona grazie ai miei ragazzi. Vi auguro il meglio per il vostro futuro e rimarrò il vostro primo tifoso. Grazie boys”.

Parola di Max, che dopo una vita intera consumata interamente negli spogliatoi, i corridoi ed i piani alti del palazzo di Via Palade, è stato messo da parte. Succede anche nelle storie più belle e coinvolgenti, quelle che all’apparenza paiono destinate a durare in eterno.

E’finita così, in un’uggiosa serata di lunedì. Ansoldi farà le valigie e saluterà la “sua” casa. Ora Merano, e sarà dura, dovrà ripartire convincendo i suoi tifosi di avere compiuto la scelta giusta.

Perché nel bene, e anche nel male, come sempre accade quando è tempo di rievocare il passato,

Ansoldi è stato il motore dell’hockey meranese, il classico leader sul ghiaccio prima, e sul pancone poi, capace di metterci sempre la faccia, anche nelle situazioni più complicate (vedi la maxi-squalifica rimediata al termine della passata stagione, quella della finale di campionato persa contro Caldaro).

L’epilogo di un lungo amore che resterà, privo però della sua componente passionale, che un po`nell’aria lo era.

Perché Ansoldi, dopo il secondo “niet” rimediato dal Merano per la partecipazione all’Alps Hockey League, mai avrebbe voluto ripartire da un campionato come l’IHL. Una realtà che, nonostante il tentativo di valorizzare la parte nostrana dell’hockey, mai è riuscita realmente ad elettrizzare la larga fetta degli aficionados meranesi, quelli, tanto per intenderci, abituati ai derby di fuoco contro il Bolzano.

La storia finisce qui.

“Sono rimasto un po´sorpreso dalla scelta della società, ma nella vita bisogna sapere accettare tutto con signorilità – spiega massimo Ansoldi – mi è stato comunicato che non sarei più rientrato nei piani del Merano e che non sarei stato più l’allenatore. Il mio obiettivo, con questi colori, era quello di salire in Alps Hockey League, non ci siamo riusciti ma pur rimanendo in Italian Hockey League – continua – la mia prima scelta per il futuro sarebbe sempre stata Merano.

Questa maglia, questi colori, rappresentano un amore che dura da sempre, qui sono nato, cresciuto, ho affrontato tante battaglie, vinte, perse e insieme a tanti ragazzi ed amici ho sempre affrontato questa avventura unica con grande passione e dedizione.

Dirsi addio è sempre difficile, dispiace che la fine di questo lungo ciclo sia durato soli pochi minuti: ne prendo atto, senza alzare i toni e rispettando la scelta dei dirigenti, che evidentemente avevano già scelto altre vie”.

Ansoldi chiude il suo capitolo con il rimpianto di non essere riuscito a centrare il successo in campionato, bissando la vittoria a gennaio della Coppa Italia: colpa del Covid-19, che ha chiuso, con largo anticipo, il capitolo playoff.

“Nell’ultima stagione abbiamo perso pochissime partite, vincendo anche un trofeo – evidenzia coach Massimo Ansoldi – segno che il gruppo e la squadra erano davvero forti ed uniti. Ho sempre dato tutto quello che ho potuto alla causa bianconera – conclude – adesso guardo avanti. Il mio futuro?

Mi piacerebbe lavorare con i giovani e magari confrontarmi con l’ambiente della Nazionale.

Adoro allenare, ma al momento non ho ancora scelto un possibile percorso per la mia carriera”.

Fine dei discorsi, dopo una vita di battaglie e capitoli memorabili, che resteranno, sempre, parte della storia dell’hockey bianconero. Ansoldi e il Merano si dicono addio. Sembrava un’utopia, invece è realtà.

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