Milan, Allegri rimane al suo posto

Berlusconi e Galliani rinnovano la fiducia al tecnico. E confermano: «Non è a tempo». Rivera: «Non c’è squadra»



MILANO. Ha passato un’altra serata sulle spine Massimiliano Allegri. Alla fine, però, la sesta sconfitta in 12 giornate di campionato non si è rivelata fatale. Il Milan, ossia Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, gli hanno prorogato la fiducia. E il presidente venerdì sarà a Milanello per dare la scossa alla squadra alla vigilia della sfida con il Napoli, la prima di un trittico (poi Anderlecht e Juventus) che rischia di essere decisivo per risalire in campionato e approdare agli ottavi di Champions.

«Certo non siamo felici, abbiamo valutato tutto e cambiando allenatore non avremmo certezze di cose diverse, poi Allegri ha fatto bene in questi due anni quindi la decisione è questa», ha annunciato Galliani, che domenica sera a Milano ha incontrato Berlusconi, appena rientrato dal Kenya. Dopo una «lunga disamina della situazione», a mezzanotte i due hanno convocato Allegri. Ed è arrivata la conferma dell’allenatore che, ha garantito Galliani, «no, assolutamente», non è a tempo.

Lo ribadirà anche Berlusconi quando venerdì andrà a Milanello «per stare vicino alla sua creatura, il Milan, e - ha detto Galliani - spronare giocatore per giocatore».

I problemi si risolvono con Allegri ma la squadra, è il messaggio della società, deve tornare alle posizioni che le competono e superare il turno in Champions. Non è prescindibile quest’ultimo obiettivo: un’eliminazione influirebbe sulla prossima stagione, su cui è già proiettato il club. Nonostante il contratto fino al 2014 e le pubbliche dichiarazioni, non c’è il livornese nei piani del Milan per l’anno prossimo. Guardiola, Pellegrini, Van Basten, Montella, e altri sono i nomi per il futuro. Più difficile è trovare un valido traghettatore e nemmeno la promozione di Mauro Tassotti, unica soluzione a costo zero, garantirebbe la scossa.

Come dopo il pareggio con l’Anderlecht, la sconfitta di Udine, quella di Roma con la Lazio e quella a Malaga, la panchina di Allegri ha tremato rumorosamente ma ha resistito. «Se non c’è il materiale - osserva perplesso Gianni Rivera - un allenatore cosa fa?». «I risultati sono tutto in una squadra di calcio, determinano l’umore e la compattezza», è sicuro Galliani.

Dal canto suo Allegri deve lavorare sulla testa dei suoi giocatori. Sperando che non cali il rendimento di El Shaarawy; che Boateng e Robinho abbiano un impatto; che il rigore sbagliato non rallenti la crescita di Pato, ancora lontano da una condizione ideale; e soprattutto che la difesa trovi un equilibrio ancora sconosciuto in questa prima parte di campionato.













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