Morini: «Dopo la vittoria sono andato al santuario»

Il mister del S. Giorgio: «Abbiamo vinto col cuore e grazie ad importanti valori tecnici. Qualche mio giocatore è pronto per la Seconda Divisione»


di Matteo Igini


SAN GIORGIO. Doveva avere il lieto fine la favola del San Giorgio. Per forza. A inizio campionato tutti, o quasi, la davano per spacciata. Invece, la matricola pusterese ha stupito tutti, chiudendo a quota 42 punti, davvero niente male. Eppure non sono bastati per la salvezza diretta. Poco male: altri 180' di sofferenza ai playout e poi via, tutti a festeggiare questa salvezza miracolosa.

«È finalmente arrivata una salvezza insperata - dice mister Patrizio Morini, stratega - assieme al presidente Brugger, del miracolo San Giorgio -. I ragazzi hanno dimostrato grandi valori tecnici e umani e attraverso l'impegno di tutta la società e dello staff siamo riusciti a compiere questa impresa che resterà per sempre nella storia».

In estate pensava fosse possibile raggiungere con una squadra di dilettanti una salvezza in una serie D fatta ormai da professionisti?

«Noi abbiamo allestito una squadra che non era molto distante da quella che aveva vinto l'Eccellenza. Abbiamo preso dei ragazzi giovanissimi, oserei dire semisconosciuti, ma col tempo hanno dimostrato di valere questa categoria e di essere fondamentali come i loro compagni più vecchi. E' vero, non ci sperava nessuno. Con il presidente ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto che il primo obiettivo sarebbe stato quello di allenarci bene e rimanere in vita sino in fondo: di non retrocedere già a ottobre. Poi abbiamo alzato l'asticella: l'obiettivo principale era quello di andare ai playout come terzultima. Successivamente ci siamo trovati ancora più in alto e allora il traguardo da tagliare era diventato quello di fare i playout come testa di serie. E così è stato. Probabilmente avremmo anche potuto salvarci senza andare agli spareggi, ma forse sarebbe stato pretendere un po' troppo».

La salvezza è arrivata comunque.

«Con cuore, concentrazione e anche valori tecnici importanti. Ringrazio anche il preparatore Nocera. Ha fatto un gran lavoro. A fine maggio eravamo pieni di energie. E domenica abbiamo asfaltato il Montecchio».

A chi dedica questa storica salvezza?

«Sicuramente ai miei genitori e a mia moglie. So quanto hanno sofferto insieme a me e poi all'amico Claudio Tonetti, che sicuramente da lassù avrà gioito per il San Giorgio. Ma voglio dedicare questa vittoria ai miei ragazzi, che mi hanno regalato emozioni fortissime. Al termine della partita sono corso al santuario di Maria Luggau per sciogliere un voto, ma anche non ci fossimo salvati, sarei andato comunque perché in ogni caso c'è qualcuno in cielo che ti aiuta. Al mio ritorno, i ragazzi erano ancora lì, ad aspettarmi. Ognuno mi ha sussurrato qualcosa nell'orecchio».

C'è qualche ragazzo pronto per il grande salto?

«Hanno fatto grandi cose. Egoisticamente spero rimangano al San Giorgio, ma qualcuno è pronto per la Seconda Divisione».

E lei?
«Si parla di me. Però so anche che a San Giorgio mi vogliono bene e io voglio bene al San Giorgio».

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