Per Ousman Jaiteh è doppia festa

Merano. L’accoppiata di Ousman, l’uomo con la canottierina blu che sfida, e doma, vento freddo ed avversari in una cornice decisamente più natalizia che primaverile. Ousman Jaiteh, l’uomo che ha...


Marco Marangoni


Merano. L’accoppiata di Ousman, l’uomo con la canottierina blu che sfida, e doma, vento freddo ed avversari in una cornice decisamente più natalizia che primaverile. Ousman Jaiteh, l’uomo che ha scoperto le gare di corsa solo nel 2016 quando è arrivato in Trentino dopo una rocambolesca fuga dal Gambia, ha una storia tutta da raccontare e ieri con il trionfo a due passi dal Passirio ha scritto un nuovo capitolo.

Con una cavalcata quasi solitaria lungo le strade e stradine tra le campagne della zona di Merano e Lagundo ha iscritto per la prima volta, nel giorno del suo 29esimo compleanno, il suo nome nell’albo d’oro di una manifestazione nobile che di anni ne ha 26. Insomma, il 5 maggio 1990 quando Ousman nasceva in uno sperduto villaggio della piccola nazione dell’Africa Occidentale, la maratonina del Burgraviato doveva ancora nascere. Ousman è stato di gran lunga il più veloce in una gara che assomigliava più ad una passerella di fine stagione date le basse temperature alla quale si sono presentati ai nastri di partenza, tra Run4Fun e Fitness Run circa un migliaio di intrepidi sfegatati del podismo e tapascioni.

Il bis dopo Caldaro.

In una stagione ancora tutta da scoprire, Ousman, il “valsuganotto doc”, ha squillato per la seconda volta. Il gambiano trapiantato a Borgo Valsugana dopo essersi imposto sulle rive del lago di Caldaro ieri ha lasciato alle sue spalle le due magliette bianche dell’Athletic Club ’96 di Bolzano, ovvero di Khalid Jbari, il bolzanino con radici marocchine e Gianmarco Bazzoni, l’ex pattinatore di velocità su ghiaccio che stufo di quel complicato mondo ha repentinamente cambiato nel podismo raccogliendo belle soddisfazioni. Ousman ha conosciuto la guerriglia, ha visto impotente la casa di famiglia venire distrutta dalle fiamme, il padre (un politico) finire dietro le sbarre e poi mettersi alla ricerca di una vita migliore e sobbarcarsi l’infinito viaggio della speranza dal Gambia all’Italia attraverso Senegal e Libia salendo su un gommone.

Ieri, dopo diversi successi centrati soprattutto nel “suo” Trentino, è salito sul gradino più alto del podio dopo una bella prestazione tecnica che per metà gara l’ha visto procedere in solitaria. Il portacolori del Trentino Running Team ha tagliato il traguardo posto in corso Libertà all’altezza del Kurhaus in 1 ora 08’58” con un vantaggio di quasi un minuto su Jbari (reduce da un lungo periodo di stop causa infortunio) e di quasi quattro su Bazzoni.

Donne di lingua tedesca .

Parla tedesco la gara femminile. Dopo i 21,097 chilometri ad alzare le braccia al cielo è stata l’austriaca Andrea Weber. L’atleta di Reutte in Tirol ha gestito le forze ed amministrato il vantaggio chiudendo in 1 ora 24’16”, 45 secondi in meno rispetto alla svizzera di San Gallo, Nicole Dürst. Sul podio anche un po’ di Alto Adige: merito della meranese Andrea Schweigkofler che ha nel finale ha stretto i denti lasciando così ai piedi del podio l’ex azzurra dello sci nordico Marianna Longa e la specialista della corsa in montagna Edeltraud Thaler di Lana.













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