Per Zanon e Zelger più bella cosa non c’è

Rally. L’equipaggio altoatesino premiato per la Mitropa Cup nientemeno che da Jean Todt che li definisce “quei pazzi della macchina arancione»


di Alessandro Zucali


BOLZANO. «...you are the crazy driver with the orange car? (siete quei pazzi della macchina arancione? )».

A riconoscere così i ragazzacci del Rally della Val d'Ega – Berndt Zanon e Florian Zelger – stavolta, non è la Municipale di Nova Ponente ma il numero uno della F.I.A. (la Federazione internazionale dell’automobile) , Jean Todt.

In occasione della premiazione internazionale del CEZ (Central European Zone) a Budapest, il duo altoatesino della Vimotorsport, recentissimo trionfatore del Mitropa Rally Cup, non trova solo l'ex amministratore delegato della Ferrari, ma anche il titolo come secondo miglior equipaggio del Central European Zone F.I.A. del Rally.

La dirigenza mondiale della Federazione ha suddiviso per aree i cinque continenti e l'Europa che interessa i nostri rallysti è quella cosiddetta della "zona centrale". La peggiore e la meno invidiata dai piloti, la più prestigiosa per la F.I.A., perchè qui fanno il loro nido i campioni, quelli completi che sanno esprimersi sull'asfalto, su terra e fra le strade innevate.

Al talento nostrano verrà consegnato l'argento di zona, argento vivo, prezioso e storico. Al premio Bancarella del rallysmo mondiale l'equipaggio Zanon – Zelger e Jean Todt si incrociano, si muovono come in uno specchio e non si capisce chi sia più incuriosito dall'incontro.

Il presidente della Federazione mondiale appare divertito da quegli sguardi altoatesini così raggianti, “pazzoidi” (come dice lui stesso ), che incarnano tutta la ragionevolezza e la follia che formano il senso del Rally.

Jean Todt dapprima sorride, poi ride e con voce alta e liberatoria dice: «Eccoli i pazzi della macchina arancione! Finalmente vi conosco dal vivo».

Per Bernd e Florian è un onore che sconfina nel disagio, un momento che rimarrà per sempre impresso nelle loro menti e nei loro cuori, una catapultata che dai piedi del Catinaccio e del Latemar li fionda diretti sulle vette dell'automobilismo internazionale e della sua storia.

Pur già abituati ad incorniciature dorate, visti i recenti risultati continentali e la prossima annunciata partecipazione all'ERC, sangue umile non mente e le guance dei ragazzacci si fanno rosse.

Il momento della consegna del premio "d'argento" è un riconoscimento, una coppa bellissima, un gesto storico che vede transitare il trofeo direttamente dalle mani del presidente F.I.A. a quelle dei nostri alfieri.

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