Cibo e design, nuova frontiera per il made in Italy nel mondo



(ANSA) - ROMA, 23 APR - Dal supplì al cono gelato, al fiasco di vino alla pasta ripiena alla pizza, alla frittata di pasta, fino alle variegate forme di pasta secca e al panettone. Il cibo made in Italy si mangia anche con gli occhi e diviene patrimonio di design, anch'esso da esportare come ambasciatore delle eccellenze nazionali.
    Proprio cibo e design è stato il tema scelto per la Giornata del Made in Italy in un evento organizzato dal Cluster Agrifood Nazionale Clan A intervenire ricercatori, designer, tecnologi alimentari, rappresentanti delle istituzioni e aziende italiane per aprire un dialogo fra alcuni settori strategici del made in Italy uniti da un unico denominatore: la qualità del saper fare italiano riconosciuto nel mondo, sinonimo di 'bello, buono e ben fatto'.
    "Noi siamo percepiti come leader di prodotti di qualità, per cui la Giornata Nazionale del made in Italy, che nasce in onore di Leonardo Da Vinci, deve essere di ispirazione per le nuove generazioni, affinché partecipino anche esse a questo straordinario processo che ha fatto dell'Italia il luogo più bello dove creare e produrre qualcosa che stupisca il mondo", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un videomessaggio.
    Al centro del dibattito la costruzione di sinergie "per progredire nell'innovazione e nella ricerca da applicare al sistema agroalimentare" rendendolo così "ancora di più identificativo e alfiere della nostra italianità", ha sottolineato Paolo Mascarino, presidente del Clan e di Federalimentare. Secondo Emanuele Marconi, presidente Cts del Clan e direttore del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Crea) "oggi si sostanzia un nuovo modo di fare ricerca nel settore dell'agroalimentare italiano con una più stretta collaborazione tra tecnologi, nutrizionisti e designer del cibo, antropologi e altre figure professionali, che arricchiranno con le loro competenze il valore dei nostri alimenti". Infine ha richiamato all'urgenza di "aprirsi a nuovi modelli alimentari" il presidente del Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari (Otan), Laura Mongiello "senza pregiudizi ideologici, valutandone tanto i potenziali benefici quanto i possibili rischi". (ANSA).
   









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