Cassazione: ok al 'canone' provinciale per imprese eoliche



(ANSA) - ROMA, 27 MAG - 'Disco verde' - è proprio il caso di dirlo - al canone sull'eolico a vantaggio delle casse delle amministrazioni provinciali, che possono cosi' aumentare le loro entrate, a 'discapito' delle imprese del settore energie rinnovabili, che senza successo hanno sostenuto in Cassazione la violazione del diritto comunitario per aumenti che le penalizzano a solo beneficio dei bilanci locali. E' stata infatti confermata dalla Cassazione - con tre verdetti depositati oggi - la piena legittimità della scelta della Provincia di Foggia, effettuata con la deliberazione del Consiglio Provinciale del 19 novembre 2018, di assoggettare le concessioni per l'occupazione di spazi e aree pubbliche al pagamento di un canone (la Cosap) e non più al pagamento di una tassa (la Tosap).

Per effetto di questa delibera, le entrate della Provincia di Foggia - come riporta lo stesso sito ufficiale dell'ente locale pugliese - passeranno da 34mila euro annuali, cifra che prima versavano come tassa le imprese delle energie rinnovabili, a 4 milioni e 600mila euro l'anno di canoni.

In particolare, con tre diverse sentenze delle Sezioni Unite civili, verdetti 17336, 17337 e 17338, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Wind, Grafica Veneta e Far Power contro la sentenza del Consiglio di Stato del dicembre del 2020 che aveva 'convalidato' gli aumenti introdotti dal canone dopo l'abrogazione della tassa annua.

Senza successo le imprese dell'eolico - tramite i loro legali - hanno sostenuto che "con l'introduzione di un esorbitante canone di concessione per l'interramento, nelle sedi stradali provinciali, dei cavi di connessione degli esistenti impianti FER alla rete elettrica nazionale risultano violati i principi, previsti da numerose direttive, afferenti al processo di liberalizzazione del mercato interno dell'energia elettrica e di incentivazione dello sviluppo degli impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili". Secondo i team legali delle imprese, l'introduzione dei canoni violerebbe "principii peraltro conformi all'obiettivo del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea di creazione di un quadro giuridico stabile e favorevole alla protezione degli investimenti nel settore energetico, vietando l'applicazione di misure ingiustificate e discriminatorie quale quella di specie, caratterizzata dalla previsione di un canone solo per esigenze di bilancio e di reperimento delle risorse necessarie per l'espletamento dei servizi resi dalla Provincia".

Prima dell'entrata in vigore del nuovo regolamento, il totale delle entrate annuali della Provincia di Foggia per occupazioni di suolo, era pari a circa 500mila euro di cui 100mila euro provenienti dalle 'grandi utenze', cioè da aziende di erogazione dei pubblici servizi, 366mila euro provenienti da cittadini e imprenditori agricoli per passi carrabili e attraversamenti di condotte uso irriguo e soli 34mila euro provenienti da parte delle società operanti nel settore delle energie rinnovabili, nonostante una 'massiccia' occupazione di suoli che si estende per una dimensione lineare di oltre 300 km.

Con il nuovo regolamento, le imprese dell'eolico verseranno 4milioni e 600mila euro l'anno nelle casse foggiane. (ANSA).









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