Maxi-inceneritore, la Provincia boccia il progetto a Cortaccia 

Theiner: «Avrebbe emesso 32 tonnellate di ossidi di azoto» La giunta non condivide nemmeno l’import di rifiuti


di Massimiliano Bona


CORTACCIA. Il no della Provincia era nell’aria ma ieri è arrivata l’attesa decisione: il maxi-inceneritore per il trattamento termico dei rifiuti a Cortaccia che l’imprenditore bolzanino Patrick Santini aveva progettato non potrà essere realizzato. All’origine del no della giunta diverse considerazioni legate alle emissioni, alla vicinanza di luoghi sensibili ma anche al recupero integrale dell’energia termica. L’impianto di trattamento termico era dimensionato per 95.000 tonnellate all’anno di rifiuti speciali non pericolosi, fatto che, secondo il Comitato ambientale, contrasterebbe con il piano gestione rifiuti speciali della Provincia. Secondo l'analisi dell'Ufficio gestione rifiuti questa tipologia di rifiuti ammonta a circa 40.000 tonnellate nel 2016 e a circa 30.000 tonnellate nel 2017. Il piano prevede il trattamento di una quantità di rifiuti di questa tipologia tra le 23mila e le 28mila tonnellate all’anno, preferibilmente nel termovalorizzatore di Bolzano. «In tal modo per la Provincia non sussisterebbe la necessità di approvare la realizzazione di un altro impianto che per la capacità di 95.000 tonnellate all'anno tratterebbe solo una parte di rifiuti originati in territorio altoatesino, un aspetto in contrasto con il principio di prossimità», ha spiegato Theiner.

«Secondo i dati di progetto, inoltre, si può stimare che l’impianto emetterà circa 32 tonnellate all’anno di ossidi di azoto - ha aggiunto l'assessore - che porterebbero ad un aumento delle emissioni in Bassa di ossidi di azoto del 3% e, inoltre, a seconda dei rifiuti trattati, si stima un aumento delle emissioni di biossidi di carbonio CO2 superiore al 10%». Il progetto prevedeva la reintroduzione delle scorie nel processo di gassificazione, in contrasto con la normativa provinciale che vieta di miscelare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi. Un altro aspetto è che non risulterebbe possibile recuperare una parte notevole dell’energia termica prodotta non essendoci in zona potenziali utilizzatori adeguati. Altri aspetti negativi sono riferiti all'inquinamento acustico, alla vicinanza del parco naturale Monte Corno e alla tutela dell'ambiente. Il complesso degli impianti previsti avrebbe un considerevole impatto paesaggistico sul profilo trasversale della valle dell’Adige.













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