Agricoltura

Mele e ricerca, la vera sfida per ridurre le malattie 

Il vertice tra esperti a Laimburg: si sono trovati quaranta imprenditori locali per fare il punto sul “post raccolta”, Si investe nello sviluppo della tecnologia nella conservazione delle mele, In Alto Adige oltre 1 milione di tonnellate


Massimiliano Bona


BASSA ATESINA. L’Alto Adige produce più di un milione di tonnellate di mele l’anno. Questo rappresenta il 40 per cento della produzione nazionale e circa il 10 per cento di quella europea. Nel settore biologico l’Alto Adige produce addirittura il 40 per cento del raccolto europeo. L’economia frutticola è, di conseguenza, un fattore economico sempre più significativo all’interno della regione.

Un ruolo centrale è rivestito dalle cooperative e dall’ingresso congiunto sul mercato. La Golden Delicious è la tipologia di mela più coltivata in Alto Adige, seguono la Gala, la Red Delicious e la Granny Smith. Come tipologia di nicchia affermata, la Pink Lady, è tra le più gettonate. La ripartizione agricoltura della Camera di commercio rileva le quantità annuali di frutta raccolta. Da ottobre a luglio vengono rilevate le giacenze mensili.

In questo contesto assume un certo rilievo l’incontro sul post raccolta svoltosi al Centro sperimentale di Laimburg. A confrontarsi sono stati poco meno di 40 rappresentanti dell'industria frutticola altoatesina. Insieme hanno discusso opportunità e sfide dei vari metodi per ridurre le malattie nel post-raccolta delle mele. In piccoli gruppi interattivi, i partecipanti hanno elaborato priorità e conclusioni sui singoli metodi e la loro applicabilità nella pratica. Questo workshop è quindi un esempio di buona pratica di cooperazione tra ricerca scientifica e pratica, grazie allo stretto coinvolgimento degli stakeholder.

«La coltivazione delle mele in Alto Adige è una storia di successo: ci siamo fatti strada da una delle regioni più povere d'Europa a un’economia in espansione e con una notevole vocazione per l’export. Tuttavia, questo modello di successo, che si basa sulle nostre piccole aziende agricole familiari, ha anche portato a nuove sfide: l'estensione della stagione di commercializzazione, la scelta delle varietà più adatte, la determinazione del momento migliore per la raccolta, ma anche del trattamento post-raccolta.

La ricerca del Centro di Sperimentazione Laimburg nello sviluppo di metodi efficienti per ridurre le malattie nella conservazione a lungo termine è di grande importanza per l'agricoltura altoatesina», ha sottolineato all'inizio della manifestazione l'Assessore provinciale all'Agricoltura Arnold Schuler. Il direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg Michael Oberhuber ha poi evidenziato l'importanza e la necessità della ricerca nello sviluppo della tecnologia nella conservazione delle mele: «Le richieste del mercato esercitano una forte pressione sulla produzione di qualità delle mele. Ci siamo riuniti qui per unire ricerca e pratica. Insieme discutiamo in quale direzione il Centro Laimburg dovrebbe continuare a lavorare per sviluppare metodi pratici di stoccaggio di cui avremo bisogno in futuro».

I ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno presentato nuove scoperte su vari metodi di post-raccolta e consegnato alle organizzazioni partecipanti i risultati più importanti della ricerca e delle prove sui singoli metodi. Per mezzo di questionari, le parti interessate hanno valutato vantaggi e svantaggi dei metodi studiati. Il secondo workshop, che ha avuto luogo la scorsa settimana, è servito a identificare i metodi che hanno il maggior potenziale di applicazione nella pratica e su cui il Centro di Sperimentazione Laimburg lavorerà in ulteriori prove. I rappresentanti delle varie organizzazioni hanno discusso i risultati dei questionari in piccoli gruppi. Sono stati presi in considerazione i bisogni delle singole organizzazioni e le necessità per una possibile implementazione delle rispettive procedure nella pratica.

«Per me, questo workshop è un esempio di best practice dello stretto scambio tra il Centro di Sperimentazione Laimburg e le parti interessate dell'industria frutticola. Sono convinta che questa forma di cooperazione sia un vantaggio per tutte le parti coinvolte, perché l'attenzione è rivolta alla soluzione pratica di problemi urgenti, creando così un vantaggio per l'agricoltura in Alto Adige», ha detto Sabine Öttl, promotrice del workshop e responsabile del gruppo di lavoro Fitopatologia del Centro Laimburg.













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