«Sulla ciclabile una pugnalata per la difesa di interessi privati»

Il caso. L’ex sindaco di Vadena Beati chiede alla magistratura di fare chiarezza su quanto accaduto in consiglio nel 2019 Fu messo in minoranza da esponenti di spicco della sua stessa civica. «Alcuni contadini della zona condizionarono il voto»


Massimiliano Bona


Vadena. Alessandro Beati, ex sindaco di Vadena, ritiene che dietro il voto per la ciclabile promiscua di Vadena (ora in Provincia è passata la soluzione “separata” dalla strada interpoderale, più sicura) vi fossero interessi privati di alcuni proprietari terrieri. Tanto da invocare l’intervento della magistratura. A mettere Beati in minoranza furono alcuni esponenti di spicco della Civica che lui stesso guidava. Un tradimento che non ha ancora digerito.

La mozione approvata in Consiglio provinciale ma, soprattutto, l’intervento in aula del consigliere Paul Köllensperger, chiamano in causa il Comune di Vadena per fatti che si sono svolti durante il suo ultimo mandato. Perché?

La questione è complessa e difficile da sintetizzare in quanto si svolge in un periodo di 15 anni. per quanto mi riguarda, politicamente parlando, il periodo più difficile iniziò con la sentenza del tar del 2019, che dava ragione ai proprietari per un vizio di forma sulle modalità di inserimento del tratto di ciclabile nel puc di vadena, ma che, allo stesso tempo, confermava la correttezza del tracciato. da quel momento fu chiaro a tutti che la ciclabile si sarebbe realizzata. il progetto della comunità comprensoriale prevedeva, fin dall’inizio, una ciclabile separata dalla strada interpoderale.

Cosa accadde?

A ridosso della sentenza mi arrivò dai proprietari una proposta, tesa a realizzare il tratto ciclabile a carattere promiscuo. i rapporti con loro fino a quel momento erano stati corretti e sereni. mi informai dal punto di vista normativo e dai pareri tecnici raccolti emerse che, vista la presenza dei soli terreni agricoli e non di edifici o altri ostacoli fisici, la realizzazione di una pista ciclabile doveva essere separata dalla strada interpoderale. le norme da applicare erano e sono tutt’oggi chiarissime: “l’uso promiscuo, dove possibile, è da evitare perché pericoloso”. comunicai ai proprietari l’impossibilità normativa di realizzare il tratto ad uso promiscuo e da quel momento, purtroppo, la situazione politica degradò rapidamente e si aprì la pagina più triste di tutti i 15 anni di mandato da primo cittadino. senza alcun preavviso, il mio capogruppo di allora, giorgio zonin, presentò all’attenzione del consiglio comunale una mozione che impegnava sindaco e giunta a fare in modo che il tratto ciclabile fosse realizzato a carattere promiscuo. la motivazione di questa richiesta era alquanto singolare e giustificava la scelta della soluzione promiscua perché “più sicura” rispetto ad una soluzione con la ciclabile separata. affermare che una ciclabile ad uso promiscuo, utilizzata quindi allo stesso modo da pedoni, ciclisti e veicoli, sia più sicura rispetto ad una ciclabile separata, è un’evidente assurdità, eppure venne approvata dal consiglio comunale mettendomi in minoranza.

La mozione venne discussa e votata dalla maggior parte dei Consiglieri presenti?

Sì e per informare correttamente i consiglieri furono illustrati nel dettaglio i due pareri tecnici. eppure, la mozione a favore della soluzione promiscua venne approvata. in una seconda seduta del consiglio, intervenne il presidente edmund lanziner, per cercare di far ragionare i consiglieri, garantendo che la progettazione avrebbe seguito le norme previste a tutela della sicurezza, ma non ci fu nulla da fare. anche nella seconda votazione venne confermata la mozione precedente a favore della soluzione promiscua che è a tutt’oggi la posizione del comune di vadena.

Secondo lei poteva esserci qualche altro motivo che spinse i consiglieri a votare la mozione in questione?

Certo: la difesa di interessi privati. mi spiego meglio. la differenza nel realizzare un tratto ciclabile a carattere promiscuo, rispetto ad una ciclabile separata dalla strada, si misura in un significativo quantitativo di metri di terreno da espropriare. inoltre, con la realizzazione promiscua, si sarebbe allargato il sedime della strada esistente, distribuendo l’occupazione dei terreni sia a nord che anche a sud della strada interpoderale e non solo a nord come per la soluzione separata. per un proprietario terriero, come per tutti noi, l’aspetto economico è importante, ma per un contadino il terreno è ancora più prezioso e quindi da difendere con le unghie e con i denti. ma a tutto c’è un limite.

Quali furono le conseguenze?

Da quel momento in poi, amministrare il comune non fu come prima. dopo essere stato sfiduciato due volte, dovetti prendere delle decisioni importanti. essere messo in minoranza due volte dalle persone della tua lista, solo ed esclusivamente per la difesa di interessi privati, fu una pugnalata, anzi due.

Saltarono i rapporti di fiducia con i consiglieri che avevano votato la mozione e vennero meno anche i rapporti personali.

I consiglieri di allora che votarono a favore della mozione fanno ancora parte del Consiglio odierno?

In parte. tra coloro che votarono a favore ci sono gran parte degli esponenti della lista civica insieme per vadena: il proponente giorgio zonin, l’attuale vicesindaca martine parise e il consigliere mario colao. tra chi votò con me e siede oggi in consiglio ricordo l’attuale sindaco elmar oberhofer, stephan mosna e sarka jancarova, mentre josef untersalmberger, attuale assessore, la prima volta si astenne dal voto e la seconda era assente.

Quindi, secondo lei, esiste la possibilità che i consiglieri comunali vennero indotti a votare per difendere interessi privati?

Qualcuno mi dimostri il contrario, ma i fatti e gli atti ufficiali, a mio avviso, sono inequivocabili.

Venne commesso un reato?

In democrazia ogni consigliere comunale è libero di votare quello che più ritiene opportuno, in quanto non è perseguibile dal punto di vista giuridico ed è giusto che sia così. lo stesso consigliere deve, o meglio, dovrebbe però rispondere del suo operato agli elettori, con pubbliche spiegazioni, scuse o, per casi gravi come questo, con le dimissioni dall’incarico. questo dipende però dal suo grado di onestà e correttezza, una merce sempre più rara. diversa è invece la posizione di chi persuade i consiglieri a votare, non per il bene della collettività, come previsto dallo statuto comunale e dal buon senso, ma per difendere interessi privati.

Quindi?

Su un fatto così grave che mise in seria difficoltà i rapporti politici e quindi la gestione del comune, non si può soprassedere. nei 15 anni del mio mandato da sindaco ho sempre svolto il mio dovere e servito lo stato fino in fondo, con profondo rispetto. adesso, su questa vicenda, mi aspetto che altri organi dello stato facciano altrettanto, i verbali e le registrazioni dei due consigli comunali incriminati sono a disposizione in municipio.













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