Sicurezza

Bolzano: il controllo della città attraverso gli occhi di oltre 200 telecamere

Dal 2017 sono stati investiti circa 400 mila euro nel sistema di videosorveglianza


Aliosha Bona


BOLZANO. La centrale operativa è nata nel 2017 nel comando dei vigili urbani di via Galilei: su una ventina di monitor arrivano in tempo reale le immagini a rotazione di ciò che accade in ogni zona della città. Inizialmente le telecamere erano 83. Oggi sono 218. Grazie a un investimento da circa 400 mila euro sono state triplicate e si dividono quasi equamente tra viabilità e sicurezza.

Le prime gestiscono i flussi di traffico, le seconde hanno una risoluzione migliore, più dettagliata, e hanno permesso di risolvere decine di episodi. Dalle fughe agli incidenti, sino ai più intricati casi di cronaca. L'esempio più eclatante riguarda Benno Neumair: sono state le telecamere della centrale operativa a svelarne gli spostamenti dopo l'uccisione dei genitori. Le stesse che hanno osservato Avni Mecja pedinare la compagna Alexandra Elena Mocanu prima del femminicidio di viale Trieste del 22 ottobre 2022. E ancora, hanno permesso di ricostruire la dinamica dell'incidente in piazza Mazzini che costò la vita all'insegnante Margherita Giordano un anno e mezzo fa, permettendo poi di cambiare la semaforica dell'incrocio.

I luoghi più attenzionati

Le zone non sono tutte uguali. Il numero di telecamere varia in base a quanto viene concordato con il Comitato per l'ordine e la sicurezza e quindi a seconda del livello di degrado di una via o una piazza: non è un caso che una buona parte degli apparecchi di registrazione abbia un occhio di riguardo sul centro città, in particolare sul Parco Stazione e via dei Cappuccini. Mentre sul traffico stradale si valuta la pericolosità della strada: in Arginale, ad esempio, è necessario avere diversi "occhi tecnologici" visti i tanti, troppi incidenti. In media, in tutta la città, se ne verificano quattro al giorno per un totale di circa 1400 all'anno se si contano anche biciclette e monopattini. Nel 2023 sono morti in quattro per le strade del capoluogo, decine di persone sono rimaste gravemente ferite.

Cosa non si può fare

In tutto ciò la privacy dei cittadini rimane al primo posto. Le immagini vengono conservate - come prevede la legge - per sette giorni: se i vigili hanno la necessità di rivedere un filmato è necessario che lo registrino e lo salvino all'interno del sistema. I video possono essere utilizzati per ricostruire la dinamica di un incidente, ma non per rilevare un'infrazione e comminare una contravvenzione: in pratica se la telecamera immortala un automobilista che passa con il rosso, non è possibile multarlo. Per farlo il Comune utilizza delle telecamere ad hoc che vengono gestite da un altro ufficio.Solitamente la centrale operativa è presieduta da due operatori o operatrici, che hanno anche il compito di rispondere alle segnalazioni dei cittadini e coordinare le pattuglie sino alla mezzanotte (fino alle 2 nel weekend). Il sistema di videosorveglianza, invece, è attivo 24 ore su 24. «L'obiettivo è essere sempre più presenti sul territorio, stiamo investendo tanto sulla tecnologia per liberare le risorse a favore del presidio - spiega il comandante del Corpo di Polizia Municipale di Bolzano, Fabrizio Piras -. Dobbiamo garantire delle esigenze, che sono in costante mutamento, a partire dalla lotta al degrado. Ci stiamo svincolando dall'aspetto sanzionatorio grazie all'aiuto della tecnologia per aumentare la presenza in strada».

Tecnologia avanzata

Da un mese, nella centrale operativa di via Galilei, è arrivato uno strumento che vantano solo altri dieci comandi in tutta Italia. Si chiama "Leica" ed è un sistema che permette di analizzare gli incidenti più delicati, per ricostruirne l'esatta dinamica. È in grado di catturare in una nuvola di punti 3D l'ambiente che lo circonda, in qualsiasi condizione atmosferica e di luce: lavora a 360 gradi e, poggiato su tre piedi, riesce a rilevare un raggio di 45 metri. Nelle prossime settimane sono attese altre importanti novità. «Continueremo a investire sulla tecnologia affinché si accorcino i tempi di indagini e si liberino le risorse sul territorio», commenta Renzo Caramaschi. È stato proprio l'attuale sindaco a volere (e ottenere) la centrale operativa nel 2017. Un cambio di rotta rispetto ai dieci anni di amministrazione Spagnolli: con la sua giunta riteneva che il sistema di videosorveglianza non sarebbe servito ad aumentare la sicurezza in città. Poi, nell'autunno del 2015, in Municipio è arrivato il commissario straordinario Michele Penta che ha creato le premesse per acquistare le nuove telecamere.La giunta Caramaschi ha fatto il resto: ha trovato nelle pieghe del bilancio i soldi e ha dato il via ai lavori per la posa dei cavidotti, della rete in fibra ottica verso la centrale di via Galilei, il cablaggio delle telecamere con le centraline e l'allacciamento alla rete elettrica.













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