IL REFERENDUM

Bolzano: il tram affonda in un mare di No

Superato il quorum. Ha votato il 32%. Contrari al 70%. Caramaschi: "Rispetto il risultato. Progetto morto e sepolto". La Lega: "Il sindaco ha peccato d'arroganza, ora deve dimettersi"



BOLZANO.  Bolzano ha detto no al tram. E lo ha fatto alzando la voce. Il progetto è stato affondato da un mare di voti contrari: oltre il 70 per cento dei votanti.

Alla chiusura dei seggi, alle ore 22 di domenica 24 novembre, è stato raggiunto e superato il quorum del 25%. In totale ha votato il 32,63% degli aventi diritto. L'affluenza più alta ad Europa Novacella (il 36%) e Gries (35%), due dei rioni più toccati dal progetto.

Al referendum consultivo il 70,17% ha votato no e solo il 32,63% sì. 

Il risultato non  sarà giuridicamente vincolante per la giunta comunale, il sindaco Caramaschi ha però preso atto subito della sconfitta: "Il progetto è morto e sepolto - ha detto -. I bolzanini hanno deciso così. Evidentemente è considerata una soluzione troppo innovativa e impattante". Il ritiro della candidatura alle comunali delle prossima primavera al momento non viene preso in considerazione.

Le reazioni all'esito

In una nota i Verdi prendono atto del risultato: "Il NO vince chiaramente. Prendiamo atto della volontà della cittadinanza così esplicitamente espressa. Era un progetto in cui credevamo. Secondo noi era  una delle soluzioni migliori ed ecologiche alle problematiche del traffico che attanagliano Bolzano. Era la scelta del futuro, come testimoniano anche i tanti giovani che si sono impegnati per il tram nel segno della lotta al cambiamento climatico. Ma la scelta della cittadinanza è stata un’altra. Per noi un chiaro incarico di andare avanti sulla strada della mobilità sostenibile, in altro modo. Parleremo ancora con i cittadini per sentire le loro proposte. La nostra politica parte dalle persone. Per loro e con loro continueremo a lavorare".

Canta vittoria la Lega: "Il Sindaco aveva dichiarato di non voler tenere in debita considerazione la volontà democratica dei suoi concittadini e anzi ha utilizzato soldi pubblici - scrivono in una nota Filippo Maturi eLuigi Nevola -, quindi anche di coloro che sono contrari al tram, per fare propaganda a favore del progetto. In sostanza ha pagato con i soldi di tutti la campagna per portare avanti la sua linea politica, un vero atteggiamento vergognoso e antidemocratico. L’atteggiamento arrogante del sindaco è però stato punito dai cittadini. Il risultato eclatante 70-30 è una pesante bocciatura a questa amministrazione a pochi mesi dalle elezioni comunali: è evidente come non vi sia alcuna sintonia tra la visione di città di Caramaschi e quella dei cittadini. Ha vinto la linea di chi,  come la Lega, ha fatto campagna informativa tra la gente con gazebo, volantinaggi e parlando con le persone. Ha perso invece chi si ostina ad amministrare la città dal palazzo, lontano dai problemi reali delle persone. Pretendiamo ora che Caramaschi rispetti l’esito referendario e abbandoni la folle idea del tram - prosegue la Lega -  e ci auguriamo che, constatando la sonora bocciatura alla sua amministrazione da parte dei cittadini, prenda in debita considerazione la possibilità di dimettersi".

Dito puntato contro il sindaco anche da parte del Movimento 5 Stelle: "Il sindaco ha perso il tram” -  dichiarano i consiglieri Gaianigo, Fortini e Rizzo - in un referendum non ci sono  vincitori o vinti ma la prevalenza di una soluzione rispetto ad un’altra, una scelta operata direttamente dai cittadini, una opinione che gli amministratori pubblici sono tenuti a tenere in considerazione. Il risultato è schiacciante. Sindaco e giunta devono trarre le opportune conclusioni: questo progetto non è stato condiviso, sono stati informati gli stackholders istituzionalmente riconosciuti, ma non i veri portatori di interesse cioè i cittadini e i loro rappresentati politici, esclusi di proposito fin dall'inizio dei lavori di discussione sul PUMS- Tutto da rifare. Amministrare un Comune calando le decisioni dall’alto è profondamente dannoso, abbiamo visto in questa campagna referendaria ingaggiata tutta la potenza di fuoco della Provincia per pubblicizzare un progetto frettoloso e mal fatto. Il risultato in parte riflette l’ennesimo progetto non condivido e la giunta dovrebbe trarre le dovute conclusioni. Ci auguriamo  - conclude il Movimento - che si possa riprendere il discorso sulla mobilità cittadina attraverso una discussione sincera e partecipativa a partire dal Piano urbano della mobilità sostenibile che già mostra i chiari limiti da noi segnalati a luglio in modo ufficiale".

 

 













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