8 marzo: storia di Rosa, camionista ai Mercati generali di Bolzano

"Ho seguito le orme di mio padre come sognavo da bambina"



BOLZANO. Nel giorno della loro festa, ecco la storia di una donna che ha saputo imporsi in uno degli alvei lavorativi più maschilisti dell’immaginario comune: gli autotrasportatori. Lei è Rosa Di Gregorio, camionista fin da ragazzina, nata ad Orziano nel Vicentino, e bolzanina d’adoazione. Tutti i giorni, ma sarebbe meglio dire tutte le notti da dieci anni a questa parte, Rosa fa la spola con il suo camion tra Verona e Bolzano portando principalmente pollame ai Magazzini Generali o all’Aspiag. Il petto di pollo che arriva sulla nostra tavola si è sicuramente fatto un viaggio in compagnia di “Gringhella”. Mentre le compagne di scuola sognavano di fare la parrucchiera o la ballerina, Rosa aveva già deciso: «I miei genitori - racconta - possiedono la ditta di trasporti “Trans Royal” e fin da ragazzina sapevo che ci sarebbe stato bisogno di me una volta finiti gli studi». Chi pensa a un’imposizione, però, è fuori strada: «Ho cominciato a fare da “seconda” a mio padre in Francia, dandogli il cambio e accompagnandolo, poi ho preso la strada in autonomia. Al di là di tutto, comunque, dietro a questo lavoro c’è una passione che ti spinge a viaggiare, scoprire posti nuovi e sentire altre realtà come la tua casa: io la chiamo “camionite”».
 Rosa, in un solo colpo, sconfigge il tabù delle autotrasportatrici e quello anacronistico che vuole le donne al volante meno dotate. «Già - ride - però all’inizio non è stato per niente facile. I colleghi maschi mi hanno sempre guardato con una buona dose di scetticismo e le difficoltà di manovra dell’autotreno, impegnative anche per un uomo, a me pesavano di più. Credo che sia stato un atteggiamento figlio della nostra mentalità, in altri paesi è diverso. Con gli anni, comunque, le cose sono cambiate, hanno imparato a conoscermi e noi donne del settore siamo leggermente aumentate». Con le colleghe ha fondato un blog e un’associazione che si chiama “Lady Truck”, con il motto “Buona Strada”, che organizza eventi benefici, ma anche incontri cui partecipano camioniste di altri Paesi come l’Olanda o gli Stati Uniti. «Quando siamo vicine ci vediamo tra di noi, ci si sente con il Cb e ci conosciamo tutte. Non è difficile, non siamo mica centinaia». Proprio il Cb, a volte, è il sistema più classico per le avance dei colleghi: «Superato lo smarrimento di trovarsi al cospetto di una signora qualcuno ci prova», racconta divertita. ‹‹Scatta la più classica tempesta di domande, ma se diventano invasive taglio corto. Ho scelto il nome di “Gringhella” proprio per non lasciare adito a dubbi: con me non si scherza». Il carattere è bello forte, ma ha mai avuto paura? «No, mi capita spesso di dormire per strada, ma sinceramente non ho mai avuto timori particolari. Certo, Bolzano è uno dei posti più tranquilli e sicuri dove passare la nottata». In chiusura c’è spazio per una riflessione sull’A22 che in pochi conoscono come Rosa. «E’ davvero tranquilla, peccato per il divieto di sorpasso...».













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antonella mattioli

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