8 settembre, celebrazioni divise e polemiche 

Gli Schützen mettono una targa al “campo fascista” di Prato Isarco. Duro L’Anpi: «Strumentalizzazioni»



BOLZANO. Duro attacco dell'Anpi all'Heimatbund e agli Schützen che hanno scelto l'8 settembre, una data che segna l'inizio della guerra di Liberazione, per enfatizzare una cerimonia in ricordo del campo di prigionia di Cardano. Un luogo che l'Italia fascista aveva scelto, con centinaia di altri nel Paese, per installare, nel 1940 un campo di internamento per prigionieri di guerra. Soprattutto alleati ma anche jugoslavi e russi . «La memoria è sacrosanta - sottolinea il presidente dei partigiani Guido Margheri - ma non può essere a senso unico nel segno delle contrapposizioni etniche e del revanscismo nazionalista con ambigue alleanze con forze negazioniste e xenofobe». In sostanza col rischio, come ha osservato sull'Alto Adige lo storico Leopold Steurer, di porlo sullo stesso piano dei lager nazisti in una operazione sottilmente banalizzante. Ieri una delegazione dell'Anpi si era recata davanti al monumento di piazza Adriano per ricordare i valori e il patto su cui si è fondata la guerra partigiana e la lotta per la Liberazione e che qui, in Alto Adige, ha figure di riferimento irrinunciabili come Longon, Egarter, Franca Turra, Mayr Nusser e che oggi, quegli stessi ideali, si riverberano nella Costituzione, nello statuto di autonomia e nella continua ricerca di nuove vie per una sempre più consolidata convivenza. Dunque, ha insistito Margheri, libertà, giustizia, democrazia come binari su cui indirizzare l'azione politica, ben lontana dalle nuove sirene del negazionismo, del sovranismo e dei nuovi nazionalismi. (pc)













Altre notizie

Attualità