BOLZANO

A scuola di arabo a Bolzano per non dimenticare la lingua dei genitori

Oltre 130 bambini cresciuti in Italia a lezione di domenica. Gli insegnanti: «Salvaguardiamo le nostre radici culturali»


di Alan Conti


BOLZANO. È la lingua la chiave per l’integrazione. Per non perdere le proprie radici senza rinunciare a costruirne delle nuove. È affascinante il progetto sviluppato dall’associazione “Un Ponte per l’Integrazione” con la collaborazione dell’Iiss De’ Medici in via San Quirino a Bolzano. Ogni domenica, infatti, nelle aule dell’istituto superiore arrivano 130 ragazzi tra i 10 e i 15 anni che vengono divisi in 6 classi e seguiti da un pool di 8 insegnanti. Sono quasi tutti di origini marocchine, ma nati o cresciuti in Italia. Cosa fanno a scuola di domenica? Imparano l’arabo.

«Sì, lo so che sembra strano - spiega il presidente dell’associazione Samir Zine Sekali - ma questi ragazzi, giustamente, si sviluppano in un contesto italiano e questa è la loro lingua. La loro cultura d’origine, però, è araba e hanno bisogno di conoscerla. Oltre a una ragione di patrimonio individuale ci sono anche delle motivazioni pratiche: spesso, infatti, non sono in grado di comunicare con i nonni o con gli zii. Non solo, a volte capita di tornare con la famiglia in Marocco, anche per periodi lunghi, e noi vogliamo cercare di evitare che si sentano degli stranieri nella loro terra».

«Questa associazione svolge un lavoro importantissimo senza chiedere un soldo» sottolinea la dirigente dell’istituto De’Medici Gabriela Kustatscher. «Per questo ci è sembrato giusto adoperarci per dare loro una mano. Non è stato facile, ma siamo riusciti a coordinare l’apertura domenicale senza gravare troppo sul custode e mettendo a disposizione delle aule. Il primo anno gli studenti erano 30, l’altro ieri abbiamo festeggiato la fine del secondo anno con 130 studenti. Un successo innegabile e che ci rende orgogliosi». La dirigente, insomma,oltre a concedere gli spazi condivide anche le finalità dell’associazione. «Assolutamente. Solo con una piena consapevolezza di quello che si è si può ottenere un’integrazione autentica e profonda. Insegnare l’arabo anche a questi ragazzi è fondamentale per garantire loro un futuro più sicuro. È giusto si sappiano confrontare con i loro parenti e con la realtà della loro terra d’origine».

Sabato, dunque, in via del Ronco la sala comunale ha ospitato la festa di insegnanti e studenti alla presenza del proconsole del Marocco. «È stato un momento importante che ci ha riempito di soddisfazione - continua Zekali - spronandoci a continuare su questa strada, anche con nuove idee». Una di queste rappresenta un’opportunità per gli italiani. «Tra i nostri insegnanti ce ne sono 4 che sono laureati. Stanno frequentando un corso di approfondimento di arabo per stranieri. Al termine proporremo lezioni domenicali anche agli adulti italiani che hanno voglia di avvicinarsi alla nostra lingua. Tutto, ovviamente, gratuitamente».

 













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