Acciaierie rilancia: pronte 30 assunzioni

Si tratta di giovani - in parte figli di ex dipendenti - specializzati in materie tecniche. Sono destinati tutti al laminatoio


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Acciaierie Valbruna ha messo sotto contratto 30 lavoratori, quasi tutti giovani (under trenta-quaranta), specializzati in discipline tecniche, e in larga misura figli di dipendenti ed ex dipendenti. La notizia - piuttosto inspiegabilmente - non era ancora trapelata ma per la Zona industriale di Bolzano si tratta di un’importantissima operazione rilancio, proprio in un momento in cui Iveco è costretta invece a ricorrere alla cassa integrazione almeno fino alla fine dell’anno.

«Erano almeno una dozzina di anni - sottolinea Fabio Parrichini, segretario provinciale Fiom-Cgil - che un’azienda non investiva così tanto, soprattutto in forza lavoro locale. Nella scelta dei candidati, curata dalle agenzie, sono stati inseriti diversi criteri e si è deciso di pescare anche tra i figli di dipendenti ed ex dipendenti. Ci sono diversi diplomati Iti e Ipia in discipline come la meccatronica o l’elettrotecnica, giusto per citarne un paio».

I sindacati sono già stati informati della destinazione dei «rinforzi».

«Si è deciso di formare - prosegue Parrichini - una nuova squadra per il laminatoio (si tratta di una macchina industriale per la laminazione o la sagomatura a caldo o a freddo dei materiali ndr) e per questo motivo le persone scelte stanno facendo tutto l’iter formativo necessario per un loro inserimento, in tempi ragionevolmente brevi, nell’organico di Acciaierie Valbruna». Ciò fa presupporre in contratti a tempo indeterminato? «Acciaierie sta investendo parecchio per preparare questi ragazzi al meglio quindi la nuova manodopera sarà sicuramente stabilizzata».

Come spiega Parrichini questi nuovi contratti dovrebbero consentire all’azienda di via Volta di salire, più o meno, dagli attuali 470 a circa 500 lavoratori. «Questo quadro generale ci rende cautamente ottimisti. Per quanto attiene la nuova squadra del laminatoio bisognerà valutare bene i turni, perché si tratta di lavorazioni che, contrariamente a quello che avviene nel resto d’Italia, non si possono fare nelle ore notturne. Per una questione di rumori».

Mentre Acciaierie Valbruna ha già iniziato il suo piano di potenziamento Iveco, almeno fino alle fine dell’anno, sta procedendo con la cassa integrazione a turno. «Siamo nell’ordine, più o meno, di una settimana di Cig - sottolinea Parrichini - al mese. Confidiamo nelle commesse preannunciate dall’azienda per il 2018. Iveco, che ha oltre 750 dipendenti, resta in ogni caso l’azienda più grande della Zona». Nel 2016, lo ricordiamo, la Cig all’Iveco aveva interessato quasi la metà dei lavoratori (tanto gli operai quanto gli impiegati) per un totale di 69 giornate.

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