Aggredisce l’ex moglie sul bus: 2 anni allo stalker

L’uomo, 37 anni, ha preso a sassate anche l’automobile degli ex suoceri Poi ha cercato di sottrarle sia il telefonino che le chiavi dell’abitazione



BOLZANO. Un’altra storia di vendette e prevaricazioni nei confronti della propria ex moglie. Questa volta il soggetto finito davanti al giudice si è dimostrato anche particolarmente agguerrito e violento nel tenere un atteggiamento di vera e propria persecuzione della donna da cui ha avuto un figlio.

A finire davanti al giudice è stato un uomo di 39 anni, di nazionalità irachena. L’uomo ha rimediato una condanna a complessivi due anni di reclusione per diversi episodi avvenuti a partire dall’agosto di quattro anni fa quando la donna decise di rompere la relazione sentimentale. Due i reati per i quali l’imputato è stato riconosciuto colpevole: gli atti persecutori (stalking) e la violenza privata. Nel primo caso, ovviamente, all’imputato è stata contestata una condotta ripetuta che avrebbe provocato nella ex moglie «un perdurante e grave stato di ansia e paura» al punto da costringerla a cambiare le proprie abitudini di vita. Non solo. L’uomo se la sarebbe presa anche con gli ex suoceri prendendo a sassate la loro abitazione e la loro vettura. Nonostante i primi ammonimenti a livello di polizia, l’uomo non ha mai dimostrato un reale ravvedimento dimostrando di considerare l’ex moglie una «sua proprietà» di cui avrebbe avuto il diritto di disporre come meglio credesse. In un’occasione avrebbe anche costretto la suocera a consegnargli le chiavi dell’abitazione della moglie, tentando poi di entrarvi arbitrariamente. L’uomo non ha neppure rinunciato di far sentire il peso psicologico della situazione anche sulla figlioletta in tenera età ,appostandosi nei pressi dell’asilo. In altre occasioni il 37 enne avrebbe minacciato l’ex consorte con offese di ogni tipo per telefono inducendo la donna (un’italiana di 31 anni) a cambiare vita, uscendo di casa solo per necessità, rientrando a casa solo accompagnata da parenti o amici, rinunciando addirittura a rispondere al telefono. Il 16 ottobre 2012 l’uomo arrivò al punto, durante un pedinamento minaccioso, di aggredire l’ex moglie su un autobus Sasa della linea 16 strappandole di dosso la borsetta al fine di sottrarle il telefono cellulare con il quale stava tentando chiamare la polizia per chiedere l’intervento di una pattuglia. Per questo episodio l’uomo venne imputato di violenza privata. Ieri in sentenza, la giudice Carla Scheidle, ha disposto la condanna dell’imputato a due anni di reclusione con un risarcimento di otto mila euro alla donna per danni morali. L’imputato dovrà anche risarcire alla donna le spese legali sostenute. Il risarcimento è provvisoriamente esecutivo: dovrà dunque essere pagato anche se la sentenza dovesse essere impugnata in appello. (ma,.be.)

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