Bolzano

Agostiniani: al Comune il conto arriva 82 anni dopo 

Il consiglio comunale ha approvato la delibera che liquida all’Ordine 175 mila euro. Ma la somma, comprensiva di quanto già pagato e spese legali, ammonta a 222.400 euro



BOLZANO. A distanza di 82 anni arriva un conto salato per il Comune da pagare ai frati Agostiniani: 175 mila euro, a cui si aggiungono i 22 mila già versati, più le spese legali. Totale 222.400 euro. L’altra sera il consiglio comunale ha approvato la delibera, presentata dall’assessore Stefano Fattor, con cui si liquida agli Agostiniani la somma. Sperando che questo sia davvero l’epilogo di un contenzioso che va avanti da anni. «Tutto - spiega l’assessore - è iniziato nel 1939 con l’esproprio di un terreno di proprietà dell’Ordine tra via Novacella e via Dalmazia, per realizzare quella che sarebbe poi diventata l’attuale via Roma. Obiettivo: dare attuazione al piano che prevedeva la costruzione della rete stradale cittadina».

La strada viene realizzata e nessuno ci pensa più fino al 2000, quando il Comune decide di intavolare la particella edificiale (2203/12) di 458 metri quadrati che, probabilmente per una svista o una dimenticanza, non è mai stata intavolata. O meglio: l’esproprio al Tavolare è stato avviato, ma la procedura non è stata conclusa. Sembra essere una questione puramente formale, da chiudere rapidamente. Anche grazie ad una vecchia legge che prevedeva la possibilità di acquisire gratuitamente aree sulle quali siano state eseguite delle opere pubbliche.

Ma gli Agostiniani non ci stanno e fanno opposizione, presentando un conto da 458 mila euro, in quanto considerano l’area edificabile. Il Comune tratta, sperando di chiudere la partita con 40 mila euro. Offerta immediatamente respinta.

In primo grado il giudice civile, nel 2018, stabilisce che quel fazzoletto non può essere considerato edificabile e il valore viene stimato, considerando quello che quei 458 metri quadrati erano originariamente, ovvero terreno agricolo. Totale da pagare: 22 mila euro, più 2 mila per il consulente nominato d’ufficio. Soddisfatto il sindaco Renzo Caramaschi: «Finalmente - aveva dichiarato commentando la sentenza - si chiude un contenzioso che andava avanti da anni. Sempre che l’Ordine non decida di impugnare la sentenza».

Timore più che fondato: gli Agostiniani impugnano la sentenza di primo grado e in appello vincono loro.

L’area viene stimata in maniera diversa: 110 mila euro il valore calcolato non con riferimento al 1939, quando tutto è iniziato, ma al 2000. A questo però si è aggiunta la rivalutazione che su un arco di 20 anni, si aggira sugli 80 mila euro. Risultato: il conto finale pagato dall’amministrazione per quei 458 metri quadrati, oggi occupati dal sedime di via Roma, è salato. A.M.













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