l'indagine Astat

Alto Adige, a rischio povertà il 12% dei lavoratori 

23.173 persone guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora, ovvero in media 9.840 euro annui. I settori maggiormente interessati: servizi, costruzioni e commercio. Intanto la Camera boccia il salario minimo 


Antonella Mattioli


BOLZANO. Pur lavorando, guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora. Risultato: in base all’indagine Astat, in Alto Adige, sono 23.173 i lavoratori dipendenti che rischiano la povertà (l’11,9%). Perché se con una retribuzione oraria sotto la soglia dei 9 euro è difficile campare anche in altre parti d’Italia, in provincia di Bolzano - in cima a tutte le classifiche per il caro-vita - è di fatto impossibile. Di qui la proposta a livello nazionale del centrosinistra, sostenuta da una parte dei sindacati, di introduzione il salario minimo (9 euro all’ora), ma - proprio l’altro giorno - è stata respinta alla Camera.

Chi guadagna meno di 9 euro

I settori, dove si registra una maggior percentuale di dipendenti che sono al di sotto del salario minimo, sono i servizi e altre attività (sotto questa voce c’è anche il settore delle pulizie) con il 17,8%, seguono le costruzioni 13,9%, commercio e trasporti 10,2%, industria e attività manifatturiere 9,8%, ristorazione 8,9%. Nel 2021 - questo l’anno di riferimento preso in considerazione dalla ricerca - la retribuzione oraria lorda media era pari a 22,2 euro, quella mediana a 12,6 euro. La retribuzione lorda media del personale che percepisce un salario orario inferiore ai 9 euro si attesta sui 9.840 euro annui.

Se per coloro che sono sotto la soglia dei 9 euro, ovvero 23.713 persone, si introducesse un salario minimo, la retribuzione media annua salirebbe a 11.911 euro pari ad un incremento del 21,1%. Sul totale del personale dipendente altoatesino la simulazione porta ad un incremento dell’1,1% della retribuzione lorda media annua rispetto alla situazione attuale.

Effettuando però la simulazione per settore economico, e analizzando solamente il personale con salari orari inferiori ai 9 euro, vi sarebbero secondo lo studio dell’Astat incrementi significativi dall’introduzione di un salario minimo legale a 9 euro.

Ad esempio, nel settore della ristorazione ci sarebbero 4.368 persone (8,9%del personale di quel settore) che lavorano con paghe orarie inferiori ai 9 euro l’ora. Con un salario minimo passerebbero da 6.320 euro all’anno a 7.164 euro (+ 13,4%). Altro settore con le retribuzioni basse, quello di commercio e trasporti dove 4.778 (10,2%) persone hanno retribuzioni orarie inferiori a 9 euro: il salario minimo determinerebbe un incremento della retribuzione del 17,1%. Ritocchi ancora più significativi nel settore costruzioni: il salario minimo farebbe passare la retribuzione annua da 11.090 a 14.596 euro (+31,6%).

I sindacati

Ma l’introduzione del salario minino, previsto per legge, sarebbe davvero una risposta a chi, pur lavorando, rischia la povertà? Cautela da parte della segretaria della Cisl Donatella Califano: «Questa ricerca conferma quello che il sindacato continua a ribadire: gli stipendi sono troppo bassi. E anche introducendo un salario di 9 euro all’ora, in Alto Adige non si vive. I salari vanno aumentati attraverso la contrattazione e questa è una prerogativa del sindacato. Non va delegata al governo. È vero che, negli ultimi anni, sono nati lavori nuovi e altri ne arriveranno, per questi si può prevedere un contratto di garanzia con un salario minimo, ma va fatto sempre nell’ambito della contrattazione e non lasciato ai governi che nel frattempo cambiano».

Da sempre a favore dell’introduzione del salario minimo Cristina Masera, segretaria della Cgil: «Non si tratta affatto di rinunciare al nostro ruolo di sindacati, però non si può neppure continuare a tollerare che ci siano lavoratori che percepiscono meno di 9 euro all’ora. Per questo stiamo pensando di partire con una campagna in cui si chiede alla magistratura di intervenire. È già successo e i giudici hanno introdotto con le sentenze il salario minimo»

 













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