Alto Adige, frenata sui tumori Asl: la prevenzione salva la vita 

L’appello. Mazzoleni (Registro tumori): «La patologia tende a diminuire rispetto alla struttura della popolazione Fondamentali, oltre ai nuovi farmaci, gli screening per diagnosticare in tempo le neoplasie a seno, utero e colon»


Valeria Frangipane


Bolzano. I tumori frenano in tutta italia e l’alto adige non è da meno. per la prima volta - grazie a prevenzione e nuovi farmaci - calano le nuovi diagnosi e la mortalità: 371 mila quelle stimate nel 2019, 2 mila in meno rispetto al 2018. un dato che visto così sembrerebbe trascurabile ma che indica un’importante inversione di tendenza. guido mazzoleni, primario di anatomia patologica al san maurizio e responsabile del registro tumori alto adige ha appena partecipato al ministero alla presentazione dei dati forniti dall'associazione di oncologia medica (aiom) e dall'associazione registri tumori (airtum) ecc. e lancia un appello alla popolazione: «non finirò mai di ripetere che per salvarsi la vita si deve seguire uno stile di vita corretto e si deve fare prevenzione. e per prevenzione intendo sottoporsi a regolari controlli e partecipare ai programmi di screening che proponiamo». al registro tumori è affidata - infatti - la gestione del centro screening provinciale che conduce programmi di prevenzione con l'obiettivo di potenziare la diagnosi precoce del tumore alla mammella, al collo dell'utero ed al colon-retto.

Ricordiamo che ogni anno in alto adige si ammalano di cancro 2.947 persone (1.623 maschi e 1.324 femmine) e che - come dice mazzoleni - «i casi tendono a diminuire percentualmente rispetto alla struttura della popolazione». tre i tumori con l’incidenza più alta: seno, prostata (mazzoleni ricorda che il psa deve essere richiesto dallo specialista e che la miglior prevenzione resta l’attività sessuale) e colon sia per le donne che per gli uomini.

Tumore al seno.

L’Asl da anni invita le donne tra 50 e 69 anni alla mammografia. «La partecipazione si è alzata da quando al semplice invito, che troppo spesso finiva in un cassetto, abbiamo aggiunto una proposta di appuntamento. Siamo contenti perchè questo esame da ripetere con cadenza biennale, salva la vita ed invitiamo chi non risponde ai solleciti a farsi avanti».

Tumore all’utero.

Grazie al pap test i tumori infiltranti delle cervice sono diventati rari. «L’esame permette infatti di diagnosticare le fasi precancerose. E l’anno scorso sono partite le prime lettere con cui l’Asl invita le donne di età compresa tra i 55 e i 65 anni a sottoporsi al nuovo test di screening Hpv». In Alto Adige il primo screening è stato fatto intorno agli anni ’80 e la risposta è stata subito molto buona, in quanto la copertura dal 1980 al 2000 ha raggiunto il 70%; oggi al pap-test si sottopone l’85% della popolazione: il bacino d’utenza dello screening (dai 23 ai 65 anni) è di 145 mila donne. I risultati si vedono: oggi l’incidenza della malattia è di un terzo più bassa rispetto a quella di 20 anni fa e si registrano in media 18 nuovi casi di cancro e tre decessi all’anno. E Mazzoleni sottolinea l’importanza di vaccinare le giovanissime contro il papilloma virus, che provoca il tumore.

Tumore al colon-retto.

É il più pericoloso sia per gli uomini che per le donne, ma purtroppo sottovalutato. «Invitiamo la popolazione over 50 all’esame del sangue occulto nelle feci ma la partecipazione non è ancora ottimale. Ricordo che un adenoma impiega anche dieci anni a trasformarsi in tumore, c’è tutto il tempo che si vuole per fare prevenzione e non arrivare quando è troppo tardi. Ricordatevelo. Non gettate le nostre lettere».













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