Alto Adige, la Regione vuole congelarel'aumento dello stipendio dei sindaci

E' previsto un adeguamento del 7 per cento, ma la Regione inviterà i sindaci a rinunciare per non sollevare polemiche vista la manovra statale di taglio alla spesa pubblica



TRENTO. La giunta regionale dovrebbe «invitare» formalmente i sindaci dei Comuni del Trentino Alto Adige a «congelare» l’aumento del 7% delle proprie indennità, così come aumentate in seguito all’approvazione da parte della stessa giunta regionale di un apposito (e contestato) regolamento attuativo. A rivelarlo è l’assessore regionale agli enti locali Margherita Cogo (Pd) dopo le polemiche sollevate dal provvedimento, ma - soprattutto - dopo il precipitare della situazione finanziaria italiana, con il governo costretto a correre ai ripari con una manovra lacrime e sangue.
 «Dopo l’approvazione del nostro regolamento - spiega l’assessore regionale - abbiamo assistito alla bancarotta della Grecia che ha determinato ripercussioni negative sui conti pubblici di tutti gli altri paesi dell’euro. Si è trattato di un fatto gravissimo e impensabile».
 Mentre tutto questo succedeva i sindaci dei comuni trentini avevano già incassato la certezza che il loro stipendio sarebbe aumentato del 7% (come adeguamento al costo della vita) a partire dal primo di giugno, ovvero tra cinque giorni. «Certo - spiega Cogo - si poteva intuire che la situazione dei conti pubblici era difficile e infatti io avevo proposto di approvare il regolamento senza l’indennità. Di fronte al rischio di un ricorso giurisdizionale da parte del Consiglio delle autonomie, però, abbiamo scelto di inserire l’aumento dell’indennità di carica».
 Come detto, la nuova indennità scatta il primo di giugno e il momento non è dei migliori per giustificare un (seppur contenuto) aumento del costo della politica in una fase economica in cui ai suoi cittadini il governo sta chiedendo forti sacrifici.
 «Per questo - spiega Margherita Cogo - ritengo che il blocco dell’aumento sia necessario. Ecco perché chiedo formalmente ai sindaci di rinunciarvi e invito la giunta regionale a fare altrettanto».
 Cogo fa di più. Quest’oggi si riunisce la giunta regionale presieduta da Luis Durnwalder: «La mia intenzione è fare in modo che la giunta esprima un invito formale ai Comuni. Si tratta di un appello alla loro buona volontà, visto che non è la giunta regionale che stanzia direttamente i fondi per l’aumento delle indennità».
 L’appello potrebbe assumere la forma di un conchiuso di giunta, una decisione dell’esecutivo che non comporta impegni di spesa. Questo lo vedremo. «I tempi, però, sono strettissimi visto che il regolamento entra in vigore il primo di giugno. Spero di non trovare ostacoli e soprattutto spero che questo invito rivolto al buon senso degli amministratori locali trovi terreno fertile. Saranno loro, poi, a decidere come meglio spendere i soldi risparmiati».
 L’idea del congelamento delle indennità non trova pregiudizialmente contrario il presidente del Consiglio delle Autonomie Marino Simoni: «Se ci sono da fare sacrifici non ci tiriamo indietro - spiega il sindaco di Transacqua - ma non credo che siano questi miseri aumenti a risollevare le casse pubbliche. Inoltre molti sindaci, soprattutto quelli dei paesi più piccoli, hanno stipendi bassissimi rispetto ai bilanci che amministrano. Fossero aziende private i compensi sarebbero dieci volte più alti».













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