Ambiente e rifiuti, a Bolzano laboratorio che vende tecnologia


Mirco Marchiodi


 BOLZANO. Mille metri quadrati di laboratorio, strumentazioni sofisticatissime e un motivato team di chimici e biologi guidato da Werner Tirler, meranese di 47 anni riconosciuto a livello mondiale come esperto nel campo delle diossine e delle nanoparticelle. Pochi lo sanno, ma a Bolzano Sud un piccolo polo hi-tech c'è già: si tratta della Eco-Research, emanazione di Eco-Center (società controllata da Comune di Bolzano, Provincia e altri 56 comuni altoatesini) che nel 2010 ha fatturato 1,7 milioni, per la metà derivanti da lavori ottenuti fuori provincia.  La sede di via Negrelli è operativa dal 2004, anno in cui da piccolo laboratorio interno ad Eco-Center, la Eco-Research si trasforma in una srl. La crescita dimensionale era partita già qualche anno prima: lo scandalo diossina scoppiato in Belgio aveva portato Eco-Research ad ampliare le proprie analisi dalle emissioni dell'inceneritore agli alimenti.  Da lì in poi, grazie anche agli investimenti di Eco-Center e ai contributi provinciali per acquistare i macchinari di analisi più moderni sul mercato, Eco-Research ha iniziato ad uscire dai confini altoatesini. Lo ha fatto grazie al suo direttore, Tirler, che partecipando a congressi scientifici e pubblicando articoli specializzati ha fatto conoscere l'impresa bolzanina anche all'estero. «Oggi - racconta Tirler assieme al presidente della Eco-Research Stefano Fattor - circa la metà del nostro fatturato lo otteniamo all'estero». Danimarca, ma anche Sudafrica e Vietnam: «E tra i nostri successi - dice orgoglioso Tirler - c'è l'appalto europeo per la validazione della misurazione delle diossine al quale hanno partecipato anche dei colossi come la tedesca E-On o la danese Force».  Eco-Research misura la qualità dell'acqua in tutti i comuni della Provincia (Bolzano escluso), analizza le emissioni dell'inceneritore e - questa è il nuovo campo di specializzazione - studia gli isotopi del legno. «In questo modo - spiega Tirler - è possibile determinare la provenienza del legname in maniera scientifica».  Tra i clienti dell'impresa bolzanina ci sono enti pubblici, ma non solo: gruppi industriali che producono mattonelle o cemento, società che gestiscono inceneritori, le agenzie per l'ambiente. In Alto Adige si sta studiando una possibile collaborazione con la Memc, multinazionale che nel suo stabilimento meranese produce silicio. Un altro progetto viene portato avanti con l'istituto per le tecnologie innovative e riguarda l'idrogeno, altre possibili partnership potrebbero nascere nel campo sanitario. «Ma la crescita non è il nostro obiettivo fondamentale, puntiamo invece sulla ricerca», sottolinea Fattor ricordando come il 40% dei ricavi vengano reinvestiti in questo campo. E il polo tecnologico? «Ci è stato chiesto di trasferirci lì - rivela Fattor - ma per ora abbiamo deciso di restare nella nostra sede di via Negrelli».  

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