Amianto in via Novacella Lavori al via il 12 gennaio

Il consigliere Urzì: «Lo ha imposto il Comune ma senza avvertire la popolazione» Per ora non si sa dove sia esattamente il materiale e come verrà smaltito


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nessuno, nel quartiere, ne sa qualcosa. Nessuno ha avvertito i confinanti di alcunché. Nessuno si è degnato di far loro sapere con quali modalità verranno eseguiti i lavori, in quale periodo, per quanto tempo, per quale motivo esattamente e se per caso ci sia o no da adottare qualche precauzione da parte dei privati. Fatto sta che la storica villetta dell’aeronautica militare di via Novacella è stata sgomberata negli ultimi giorni del 2014 e a breve, lunedì 12 gennaio, dovranno iniziare i lavori di bonifica dell’edificio, pesantemente contaminato da amianto, pare almeno nel sottotetto, probabilmente pure sulla stessa copertura sommitale. I lavori, urgenti, sono stati ordinati dal Comune, a due anni dalle prime sollecitazioni, pervenute in Provincia da parte del consigliere Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore).

Siamo in via Novacella, sulla destra scendendo, poco prima delle scuole medie Fermi. C’è un parco, privato, che al rione è sempre piaciuto aver sotto casa. Meglio il verde, anche se un poco selvatico, che non un condominio o una strada. Nel mezzo del parco, una casetta a due piani, di proprietà, come l’intera area attorno, dell’aeronautica militare. Che però, a Bolzano, ha chiuso i propri uffici negli anni... Sessanta.

L’area appartiene dunque al Demanio dello Stato e negli ultimi anni ci abitava solo la famiglia del custode. Che, ora, ha dovuto levare le tende e trovarsi un’altra sistemazione.

«Il Comune, ed è un’ottima cosa, ha emesso un’ordinanza per la messa in sicurezza dell’edificio», spiega Urzì. Anche se l’intervento arriva ad anni di distanza dalle prime segnalazioni, passate prima in Provincia, poi, da questa, al Comune. «Non è però ammissibile che i bolzanini non sappiano nulla, tranne pochissimi, per sentito dire, senza particolari». L’opinione pubblica deve essere informata. «In troppi casi, di recente, ciò non è avvenuto, dalla scuola di via Cadorna all’ex pista di prova Iveco agli scavi di Sel Ecotherm per la rete del teleriscaldamento in via Resia».

Sono temi delicati, che presuppongono una particolare sensibilità da parte dell’ente pubblico il quale, però, nonostante ripetute sollecitazioni, non dà segno di intendere.

Per quanto riguarda poi il futuro dell’area, una volta terminata la bonifica, Urzì si sta impegnando per il suo passaggio al Comune e la sua trasformazione in spazio verde rionale.

Una volta dismessa dall’aeronautica - in base alla legge del 1998 che ha permesso il passaggio dei beni dismessi dallo Stato alla Provincia come caserme, rifugi, bunker e quant’altro - ora potrà essere ceduta. Ma la Provincia pare non abbia intenzione di tenersela, causa scarsità di risorse e quindi impossibilità di costruire o realizzarvi alcunché. In Comune, almeno in teoria, sarà difficile che qualcuno non sia d’accordo sul parco.

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