Amianto, in via Resia parte la bonifica

Il sindaco ammette: terreno inquinato scoperto già a settembre, cantiere fermo per via delle festività natalizie


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ci sono voluti addirittura ventisette giorni perché le autorità pubbliche diramassero una nota rassicurante. Precisa. Chiara. Stilata con dovizia di particolari, in modo che si sapesse finalmente il cosa, il come, il dove, il perché e soprattutto il quando. Lo ha fatto ieri il sindaco Luigi Spagnolli, annunciando che stanno per iniziare i lavori di asporto del terreno inquinato da amianto in via Resia. Le proteste - reiterate - dei residenti degli alloggi militari e di Casanova hanno dunque sortito il loro effetto, amplificato dal pressante invito rivolto da parte dell’Appa al committente del cantiere, Sel Ecotherm. Ma ora si scopre che, dell’amianto, l’ente pubblico sapeva da tempo. Da settembre.

Sono le otto e trenta del mattino di giovedì. I tecnici della coop trentina Ecopera sono in via Resia per un sopralluogo. I residenti delle case militari e dei condomini di Casanova passano, buttano un occhio e con certo sollievo mormorano anche un “alleluja”, ma scuotono il capo. C’è voluto un mese, da quando il giornale è stato avvertito...

Sintetizza bene il consigliere comunale Claudio Della Ratta. «Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma e altre patologie mortali. Considerata l’importanza, qualora, come recentemente accaduto, si rilevino tracce d’amianto durante lavori di scavo o di demo-ricostruzione, di un’ampia informativa ai residenti sia sulle metodologie di rimozione che sulle relative tempistiche, ci si chiede come mai un simile comunicato non sia stato rilasciato nel mese di dicembre, al fine di informare la popolazione sulla tempistica necessaria alla rimozione dei sacchi e di fornire le doverose attese rassicurazioni».

Era ovvio, prosegue, e legittimo, «che i residenti sollecitassero la rimozione dei sacchi contenenti amianto giacenti a ridosso delle loro case ed era doveroso che l’amministrazione intervenisse con questo purtroppo tardivo comunicato».

La zona, tiene a sottolineare il Comune nella sua nota, appartiene al Demanio Militare. Il materiale sospetto di inquinamento è stato trovato il 29 settembre. «Successivamente, Ecotherm ha eseguito tutte le procedure e comunicazioni del caso, individuato la ditta specializzata per lo smaltimento, condiviso il piano di lavoro per la bonifica e iniziato i lavori di messa in sicurezza del terreno sospettato di inquinamento il 2 dicembre».

Tutto il materiale «sospettato di inquinamento è stato stabilizzato e chiuso ermeticamente negli appositi sacchi». Non è stata eseguita nessuna selezione in cantiere, ma tutto il materiale scavato, indipendentemente da evidenze o meno di materiale contaminato, «è stato stabilizzato e chiuso ermeticamente negli appositi sacchi per mettere in massima sicurezza la zona».

Tale soluzione, sicuramente più onerosa, «ha dato le maggiori garanzie di sicurezza».

Trattandosi di un imprevisto, «è stato necessario concordare il trasporto a discarica e smaltimento con un apposito atto aggiuntivo al contratto di costruzione della dorsale del teleriscaldamento». Tale atto aggiuntivo è stato firmato l’11 dicembre.

Non è stato poi possibile concludere in breve tempo il trasporto in discarica, si sostiene, «in quanto la discarica in grado di accogliere tale materiale era chiusa nel periodo natalizio. Il materiale confinato nei sacchi era ed è in totale sicurezza, pertanto non sussistevano motivi di urgenza per smaltire il materiale in modo alternativo e straordinario, e quindi più costoso».

L’asporto del materiale terminerà il 16 gennaio. L'operazione «è gestita dall'Ati Fimet Holländer che ha incaricato ditte specializzate per la rimozione di materiale contaminato. Il materiale inquinato verrà portato in discariche autorizzate principalmente ubicate in Germania».

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