Anche la Croce rossa nella «casa dei soccorsi»

Con il trasferimento della Cri la nuova palazzina vicino all’ospedale è al completo Schivari: «Salto di qualità davvero notevole. Ora l’integrazione di personale»



Con l'ingresso della Croce rossa, la nuova palazzina delle organizzazioni di soccorso è al completo. Il trasferimento della Cri si è compiuto nel corso della settimana anche se, come in ogni trasloco, l'insediamento nel nuovo alloggio si esaurirà per gradi. Si chiude così un iter - quello della realizzazione dell'edificio in via Goethe vicino all'ospedale Tappeiner che ora ospita sotto un unico tetto Croce rossa e bianca, Avis e il locale del medico d'urgenza - durato oltre dieci anni per un investimento della Provincia di circa 6,5 milioni di euro.

Ai nuovi inquilini è riservato l'ultimo dei tre piani dell'edificio, oltre a una porzione dei garage interrati. «Spazi ampi e funzionali, un salto di qualità davvero notevole» sottolinea Monika Schivari, presidente della Cri altoatesina. «Devo ringraziare tutti coloro che mi hanno preceduto (la sua elezione risale al 2016, ndr) per aver reso possibile questo progetto. La soddisfazione matura per diversi fattori, fra i tanti il poter “condividere casa” con la Croce bianca, una convivenza che diventa scambio e confronto quotidiano, premessa di crescita umana e professionale. Inolre, la nuova sede contribuirà a migliorare il benessere dei collaboratori con riflessi sulla qualità dei servizi. Trovarci in prossimità dell'ospedale è un ulteriore valore aggiunto».

Era da tempo che gli spazi della vecchia sede in via Petrarca dove la Cri meranese dimorava dal 1980, nel complesso che comprende le caserme dei carabinieri e dei vigili del fuoco, si erano fatti angusti e obsoleti. Ora, nel nuovo alloggiamento, salite le scale si apre un atrio con terrazza, e ai lati doppi spogliatoi, uffici per i volontari e i dipendenti, servizi e locali tecnici, una sala per la formazione (oltre agli spazi comuni con le altre organizzazioni al pianterreno), la camera per la ricreazione, la cucina. E quattro stanze da letto destinate, oltre a chi svolge i turni di notte, al “volontariato vacanze”, opportunità con cui gli iscritti ad altre sezioni ottengono ospitalità in cambio di ore di servizio.

La sezione meranese, fondata come sottocomitato nel 1922, conta al momento su sette dipendenti mentre i 140 volontari – loro referente è Roberto Carotta – sono impegnati nella quota di una quarantina nei servizi di soccorso e sanitari, gli altri per iniziative sociali o attività nei gruppi provinciale quali il cinofilo o il soccorso sulle piste da sci.

«L'obiettivo adesso è quello di consolidarci, attraverso investimenti in mezzi e attrezzature nonché l'integrazione di nuove persone», aggiunge Schivari. Il corso per volontari avviato nei giorni scorsi conta una trentina di iscritti. La strada è già intrapresa. (sim)

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