Aperture domenicali, i sindacati: «Difficile avere regole chiare»

Alessandrini (Cisl): «Prima c’era la legge provinciale Con la liberalizzazione del governo Monti tutto è cambiato»



BRESSANONE. La discussione sulle aperture domenicali e festive dei negozi in centro a Bressanone, oggi come oggi, non vede schierarsi i sindacati. E non perché il problema non esista o non interessi, ma perché la legge nazionale in vigore, spiegano gli stessi sindacati, ha creato una tale “libertà in nome della concorrenza che ognuno può fare quel che vuole e nessuno può intervenire”.

Claudio Alessandrini, sindacalista della Cisl per il settore commercio e turismo, il problema lo conosce molto bene e, per ora almeno, ritiene sia irrisolvibile. Così, invita le parti in causa a “non farne una questione politica solamente perché si avvicinano le elezioni”.

“Dalla legge sulla liberalizzazione del commercio entrata in vigore con il Governo Monti non si capisce più niente – spiega Alessandrini – Prima, con la legge provinciale che regolamentava le aperture dei negozi, le cose andavano abbastanza bene, tutti si dovevano attenere agli orari e ai giorni di apertura previsti, ma ora...ora è una vera giungla”.

Alessandrini ritiene che non ci siano le basi per regolamentare le cose a livello locale: “Ci si può anche trovare con l'Unione commercio, parlarne, ma a cosa servirebbe? – continua il sindacalista – Una regolamentazione interna, fatta di parole e promesse, non verrebbe certo rispettata da tutti, in particolar modo dalla grandi catene. La liberalizzazione ha creato solo danni, c'è una concorrenza sleale. Le grandi catene aprono praticamente sempre, non si creano il problema dei costi, mentre i piccoli commercianti devono pensarci mille volte”.

“Il consigliere Bova, dopo quattro settimane di apertura continuata, non può venirmi a dire che una chiusura domenicale rovina l'immagine della città - continua Alessandrini - In fondo, da parte dei titolari, si tratta di concedere ai dipendenti una domenica di pausa. Ecco, queste diatribe non mi piacciono e mi sembra che si basino sul nulla, siano discussioni politiche”.

Fin quando non cambierà la legge a livello nazionale, le cose a Bressanone e un po' dappertutto non cambieranno: “Se non ci sarà una base legislativa nazionale che dia a Regioni, Province e Comuni le competenze sulle aperture domenicali e festive, ognuno continuerà a fare quello che vuole – conclude Claudio Alessandrini – Noi, come sindacato, vorremmo che ci si riunisse una volta all'anno, come si faceva una volta, e si stabilisse assieme all'Unione commercio le aperture domenicali dell'anno. E lo si poteva fare perché la legge nazionale lo permetteva. Ma ora tutto gira attorno alla libera concorrenza, alla libertà di scegliere autonomamente, e quindi come potranno mai cambiare le cose?”. (t.c.)

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