Ariane e Pearl,  leader di un esercito di duemila studenti 

L’iniziativa. Ieri i ragazzi delle scuole di entrambi i gruppi linguistici hanno attraversato la città  al grido: «Non rubateci il futuro». Cartelli e discorsi in lingua italiana, tedesca ed inglese In corteo anche qualche insegnante. Il prof De Checchi: «Grande attenzione ai temi ambientali»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Pearl e Ariane - entrambe bolzanine, entrambe studentesse del liceo Walther von der Vogelweide, una al quarto anno, l’altra al quinto - seppur in maniera diversa, sono le leader dell’esercito di oltre duemila studenti scesi in piazza ieri a Bolzano nell’ambito dell’iniziativa #Fridaysforfuture, in concomitanza con altre 1.769 manifestazioni analoghe nel mondo. Pearl Bianco è la presidente del Comitato, formato da una trentina di giovani di entrambi i gruppi linguistici, che ha portato in piazza gli studenti delle scuole bolzanine, per chiedere misure urgenti in difesa dell’ambiente. Ariane Benedikter - pure lei in piazza ieri e non poteva essere diversamente - l’altro giorno a Roma è stata nominata dal capo dello Stato Sergio Mattarella “Alfiere della Repubblica”, per l’impegno a favore del clima, iniziato quando aveva solo nove anni. Oggi è vicepresidente dell’organizzazione “Plant for the planet” e gira per le scuole per sensibilizzare i coetanei sui temi relativi ai cambiamenti climatici.

Ieri, come un mese fa dunque, i ragazzi quasi tutti delle scuole medie superiori di lingua italiana e tedesca - ma c’era anche qualche studente universitario - sono tornati a far sentire la loro voce. Oggi sono tanti in tutto il mondo, ma all’inizio Greta Thunberg, sedicenne svedese, era sola quando il 20 agosto scorso si era seduta di fronte al Parlamento di Stoccolma mostrando un cartello: «Sciopero per il clima».

Nel giro di pochi mesi quella voce solitaria è diventata una protesta globale che in Alto Adige è riuscita - cosa per altro niente affatto scontata - ad unire studenti di entrambi i gruppi che hanno sfilato assieme per le vie della città, partendo da piazza Tribunale, al grido: «Non rubateci il futuro». Un corteo vivace e colorato con tanti cartelli in italiano e tedesco, ma soprattutto in inglese.

In mezzo ai ragazzi anche insegnanti come Matteo De Checchi, docente di lettere al Rainerum: «Non escludo che qualcuno possa essere qui per farsi un giorno di vacanza, ma la stragrande maggioranza è seriamente preoccupata per gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Ne parliamo spesso a scuola e sfacciamo progetti specifici».

I giovani chiedono alla politica di intervenire con misure concrete, consapevoli però che ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte.

In testa al corteo - che attraversa le strade del centro passando per corso Italia, piazza della Vittoria, piazza Domenicani, piazza Walther - a scandire gli slogan ci sono, tra gli altri, Majda Brecelj e Daniele Di Lucrezia: gli adulti di passaggio si fermano a guardare quel piacevole mix di allegria e impegno vero, che costringe tutti a riflettere sulla sostenibilità dei nostri stili di vita. Qualcuno immortala quel “fiume” che, per una mattinata, ha invaso pacificamente Bolzano; ma c’è anche chi decide di arrivare assieme ai ragazzi fino in piazza Magnago.

Poco dopo mezzogiorno il corteo è davanti a palazzo Widmann, e tutti si siedono in cerchio. Ad ascoltare, sulla gradinata del palazzo del Consiglio provinciale, i consiglieri del gruppo Verde con i cartelli: «Siamo con voi». Il comitato organizzatore ha fatto le cose per bene: una manifestazione per essere degna di questo nome deve concludersi con delle riflessioni. Al microfono si alternano ragazzi e ragazze: non c’è bisogno di quote rosa, l’alternanza per loro è una cosa scontata, segno che qualche passo avanti è stato fatto. Si usano entrambe le lingue: Sadi parla in tedesco; Zeno Oberkofler alterna la lingua di Dante a quella di Goethe; Isabella Mochino il suo appello in difesa dell’ambiente lo fa in inglese. Poco dopo le 13 la manifestazione è finita: questa volta a terra non restano decine di cartelli com’era successo a febbraio.













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