Arrestato lo stalker della tabaccaia

È tornato davanti al negozio e si è abbassato i pantaloni Rischia fino a 5 anni. Domani la convalida davanti al gip



BOLZANO. Grazie alle norme relative allo stalking la polizia ha potuto nuovamente arrestare il cittadino extracomunitario già autore di una serie di iniziative intimidatorie nei confronti della tabaccaia di piazza Stazione che da qualche settimana vive in uno stato di apprensione e paura proprio per il rischio di nuovi tentativi di aggressione e minacce. L’uomo, dopo un periodo di cura nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Bolzano, è tornato in libertà e ha pensato bene di farsi subito vivo per l’ennesima volta con la tabaccaia che se l’è ritrovato davanti alla vetrina del negozio con i pantaloni abbassati. L’immediata richiesta di intervento della polizia, ha portato nuovamente all’arresto di Adama Bambore. Questa volta la sua posizione processuale è seria. Dopo l’interessamento diretto del dottor Giuseppe Tricarico, capo della Squadra Mobile, all’uomo è stato infatti contestata la violazione delle norme contro gli atti persecutori. Nessuna nuova denuncia per minacce o atti osceni in luogo pubblico. La sua reiterata volontà di provocare ansia e paura alla tabaccaia ha fatto scattare l’arresto per stalking con piena condivisione del provvedimento da parte del sostituto procuratore Andrea Sacchetti, magistrato di turno. La convalida dell’arresto avverrà domani mattina davanti al giudice delle indagini preliminari e proprio in quella occasione è molto probabile che la Procura della Repubblica chieda l’emissione di un efficace provvedimento cautelare. Con un soggetto simile è improbabile che il giudice possa considerare sufficiente un divieto di avvicinamento alla persona presa di mira o la custodia cautelare agli arresti domiciliari. Vista la contestazione, la Procura chiederà quasi sicuramente l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Mai come in questo caso il pericolo di reiterazione del reato (uno dei presupposti giuridici per far scattare il provvedimento) è concreto e serio. Adama Bambore ha dunque superato ogni limite ed ora sarà incriminato in maniera seria. In effetti l’accusa appare appropriata. L’articolo 612 bis del codice penale (atti persecutori) mira infatti a tutelare non solo la libertà morale della persona, ma, anche, la tranquillità e “serenità psicologica” della stessa. Nel caso in questione è innegabile che il comportamento del giovane extracomunitario (che ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria), abbia generato un grave stato di ansia e apprensione alla tabaccaia presa di mira. Ed ora Adama Bambore rischia, codice penale alla mano, da sei mesi a cinque anni di reclusione. (ma.be.)

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