BOLZANO. Antonio Sacco, l’imprenditore bolzanino di 54 anni arrestato per prostituzione minorile, ha ottenuto dal tribunale del riesame la concessione degli arresti domiciliari. Ieri pomeriggio l’uomo ha potuto lasciare il carcere di Montorio ove era rinchiuso ed è stato accompagnato nell’abitazione del fratello ad Appiano ove dovrà restare in attesa della definizione dell’inchiesta che lo riguarda. Nel frattempo il giudice delle indagini preliminari ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura. Sacco, dunque, comparirà davanti ai giudici per il processo già il prossimo 18 dicembre, assieme al coimputato meranese Dieter Kofler di 41 anni.

Quest’ultimo per il momento è ancora in carcere. La sua posizione è più grave in quanto oltre che di atti sessuali con due ragazzine minorenni (di 16 e 17 anni) deve rispondere anche di un paio di episodi di presunta violenza sessuale che però lo stesso Kofler ha sempre negato con decisione. Il processo con rito immediato si svolgerà nei suoi confronti solo per l’accusa di prostituzione minorile. L’imputazione di violenza sessuale è stata infatti stralciata in quanto sugli episodi in questione sono necessarie altre indagini. I difensori dei due indagati avranno tempo due settimane per mettere a punto una strategia difensiva e decidere se chiedere o meno il rito abbreviato (nell’ambito del giudizio immediato). I difensori di Antonio Sacco (gli avvocati Andrea Esposito e Marco Ferretti) potrebbero optare per un «abbreviato condizionato» all’audizione delle due ragazzine minorenni coinvolte nel giro di baby squillo. Sacco ha sempre sostenuto di non aver mai avuto un rapporto basato sul pagamento delle prestazioni sessuali. Al contrario, il bolzanino ha dichiarato di essere stato legato sentimentalmente in tempi diversi alle dure ragazzine in questioni con le quali vi sarebbe stata assidua frequentazione e normali occasioni di regali.

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