Bambino malato, non è stato il vaccino

Il ministero smonta il caso sollevato dai No-Vax altoatesini. L’Asl: «La causa è un farmaco somministrato a casa»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Tutta colpa di un banale mal di testa, il vaccino non c’entra nulla. Se quel bimbo di 9 anni (che oggi per fortuna sta bene) ha rischiato di morire per la sindrome di Lyell (che provoca lo scollamento dei tessuti), è perchè gli è stato somministrato - a casa - un normalissimo farmaco contro l’emicrania. Che aveva l’Ibuprofene come principio attivo». L’Asl va dritta per la sua strada e deposita in Procura due relazioni una dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e una dell’Istituto Superiore di Sanità. «Entrambi i documenti attestano - recita una nota Asl - che il bambino, ricoverato quest’estate prima all’ospedale di Merano poi trasferito d’urgenza a Verona non ci è finito per le conseguenze della vaccinazione». Il piccolo era stato colpito dalla sindrome di Lyell, comunemente chiamata necrolisi epidermica tossica, dovuta ad una reazione particolarmente grave ad un farmaco, che può essere anche fatale. La patologia prevede la formazione di una necrosi sulla cute con distacco dell’epidermide e delle mucose. L'antivaccinista Reinhold Holzer aveva dichiarato a proposito (nel corso di un incontro sulle vaccinazioni avvenuto il 19 settembre a San Martino in Passiria e successivamente anche sui mass-media), che il piccolo era finito a Verona a causa dei gravi danni provocati da un vaccino.

A settembre il direttore generale dell’Asl - Thomas Schael - e il direttore della Ripartizione legale ed affari generali - Marco Cappello - avevano denunciato Holzer per "procurato allarme" in base all'articolo 658 del codice penale.

L’Asl si era quindi mossa per chiedere due distinti pareri all’Aifa ed all’Istituto superiore di sanità, pareri arrivati ieri.

«Entrambi i documenti da noi richiesti alle due istituzioni interpellate sono stati elaborati in modo indipendente e confermano inequivocabilmente la nostra posizione».

L’Istituto Superiore di Sanità, dichiara che fra la data della vaccinazione (avvenuta l’11 agosto 2017) e la data di comparsa dei sintomi (avvenuti il 4 settembre 2017) è passato troppo tempo per poter parlare di una correlazione. L’Istituto attesta inoltre un mancato nesso causale, perché la sindrome di Lyell che ha portato al ricovero il piccolo, si verifica solo in casi molto rari ed eventualmente subito dopo la somministrazione del vaccino.

L'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) conclude che la sindrome di Lyell che si è verificata nel bambino era dovuta ad una sostanza attiva - e precisamente all’Ibuprofene - contenuta nel medicinale. «E ricordiamo che al bambino è stato somministrato il farmaco quando si trovava tra le pareti di casa». Perchè aveva mal di testa. Intanto la battaglia tra Asl e fronte No vax si fa sempre più dura. Schael è appena sceso in campo per difendere i 200 bambini immunodepressi che vivono in Alto Adige. Bambini fragili, con le difese immunitarie abbassate da infezioni, malattie croniche e trattamenti antitumorali ecc. Bambini che non si possono vaccinare, che faticano a difendersi da virus, batteri e funghi e che rischiano di ammalarsi se quelli sani non si vaccinano. Va da sè che l'aumento del tasso vaccinale sia, per questi 200 bambini, questione di sopravvivenza. «Vaccinare - spiega l'Asl - non è solo una decisione sulla salute individuale del proprio figlio, ma una scelta che aiuta i piccoli fragili». «Se solo 1 di questi 200 bimbi si ammala denuncio per lesioni personali i no vax».

E la denuncia contro Holzer va in questo senso: «La medicina è una cosa seria, non ci si improvvisa esperti raccontando falsità e diffondendo il panico tra i genitori».

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