Batosta da 40 mila euro per l’inquilino Ipes 

Nel 2009 Gianluigi Giunta, 81 anni, ha dimenticato di dichiarare d’aver dato la residenza alla donna che poi ha sposato


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Gianluigi Giunta racconta la sua storia. Trova a fatica le parole e gli occhi gli si gonfiano di lacrime. Ottantuno anni, molti dei quali passati a lavorare nei cantieri di tutta la provincia, da qualche mese Gianluigi è sprofondato in un incubo. E da un paio di giorni ha perso il sonno. Più “Gigi” parla e più la sua vicenda appare come una folle storia di ordinaria burocrazia. Quella crudele, quella sorda e cieca, che sembra accanirsi sempre e solo con i più deboli e con gli onesti. «Da circa 35 anni – spiega il pensionato – vivo in un appartamento Ipes di via Cagliari e nove anni fa ho commesso un errore. Una dimenticanza. Ho fatto tutto in assoluta buona fede e ora sono pronto a pagare, ma l’Ipes mi ha messo con le spalle al muro. Sono disperato». Ma qual è il terribile crimine di Giunta? «Dodici anni fa – prosegue – ho perso mia moglie e tre anni più tardi ho conosciuto una donna romena, che veniva a resettare casa mia. Una donna in gamba, che aveva altri lavori part-time e io ho acconsentito a concederle la residenza anagrafica a casa mia. Avrebbe dovuto durare solo un anno, invece, ci siamo entrambi dimenticati di procedere alla cancellazione della residenza stessa». Una mancanza, non c’è dubbio. Ma quanto grave questa mancanza sia stata grave, Gigi lo ha capito qualche mese fa, quando l’Ipes se n’è accorta, ha fatto due calcoli e ha “invitato” l’ottantunenne a versare quanto dovuto per i nove anni in cui la donna, inquilina non dichiarata, ha vissuto nell’alloggio di via Cagliari: 18 mila euro. A Gigi, che sul suo corpo porta ben visibili i segni di un grave infortunio subito sul lavoro, è venuto un colpo. Ma certo non immaginava che il conto finale sarebbe stato ben più salato. Oltre il doppio. «Mi è stato comunicato – rivela con la voce spazzata dalla commozione – che, per il debito accumulato, devo all’Ipes 38.137,43 euro». Un macigno sotto cui Giunta è rimasto schiacciato. E la soluzione proposta da Ipes, irremovibile rispetto alle proprie richieste, non è certo una strada percorribile, per Gigi. «Mi è stata concessa la possibilità di rateizzare la cifra in 60 mesi. – continua il pensionato – Che, calcolatrice alla mano e senza contare gli interessi, fanno una rata di oltre 635 euro al mese. Una follia. Io prendo poco più di mille euro di pensione, 382 già li devo pagare d’affitto per me e a questi ora vanno aggiunti i circa 200 euro della donna che ho sposato meno di due anni fa. Come potrei pagare una rata simile? Ho chiesto aiuto a molti, anche alla Caritas, ma nessuna via d’uscita è stata trovata. E all’Ipes non vogliono sentire ragioni. Io ho sbagliato e voglio pagare, ma come posso farlo a queste condizioni? Vi prego, aiutatemi».

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