Benko cambia il progetto: il parco resta

Accelerazione dell’imprenditore austriaco: «Salverò il verde». Contatti con Podrecca per entrare nell’affare Areale


di Paolo Campostrini


BOLZANO. "Che dici, lo cambiamo?". Deve aver detto così Renè Benko a David Chipperfield. L'archistar ha preso la matita e su un foglio ha fatto curvare il suo serpente di vetro e cemento prima di viale Stazione, senza più mangiarsi tutto il verde. Una "u" più stretta, che parte sempre da via Alto Adige ma che poi piega più decisamente appena superata la stazione della autocorriere.

Quasi nessuno l'ha visto il nuovo progetto per il “Kaufhaus Bozen”, il centro commerciale da 180 milioni di euro che il tycoon austriaco è pronto a realizzare al posto della stazione delle autocorriere. Ma quasi nessuno si aspettava che Benko stesse fermo ad aspettare. «Aspettare, starsene fermi è come morire - aveva detto a Bolzano appena arrivato, tra gli affreschi rococò del suo palazzo Menz - e se una città decide di farlo, non è che sta ferma: va indietro». Non è stato fermo. Il verde cancellato nel primo progetto è ritornato.

E lui si prepara a certificare le modifiche. «Il punto politicamente debole era il giardino di piazza Stazione che spariva», spiega uno stretto collaboratore dell’imprenditore da cinque miliardi di patrimonio lo scorso anno. Una accelerazione immobiliare con pochi precedenti in questi tempi grami. E adesso? «Adesso il parco non sparisce più». Era stato su quel punto, su quella lingua di terra che affianca la fontana della stazione, che il fronte progettuale aveva mostrato le prime crepe.

«Bella l'idea, ma il parco non può essere cancellato» aveva detto Chiara Pasquali. E il sindaco: «Il verde è cubatura. Deve ritornarci da qualche altra parte». E' probabile che ritorni. Anzi, che resti lì dov'è. Soltanto con un altro disegno. Ed è questo che si aspettava il Comune. «Benko deve ascoltarci - avevano detto in giunta - perchè lui mette i soldi ma a noi resta la regia. Bolzano può cambiare ma dentro una cornice disegnata dai bolzanini».

E' possibile che, se Benko confermerà nei dettagli il riposizionamento architettonico della sua proposta, l'orizzonte progettuale potrebbe chiarirsi. Una modifica serviva a tutti e due: al municipio per ribadire la propria centralità, mettere in evidenza la sua forza contrattuale e una più incisiva capacità di mediazione; ma anche a Benko. Lui sa che può vincere ma sa pure che mostrare poco elasticità sul centro commerciale avrebbe potuto pregiudicargli ulteriori possibilità di manovra in un tessuto urbano che proprio intorno alla stazione sta muovendo il proprio futuro.

«Benko vuole entrare a Bolzano bussando alla porta e chiedendo permesso» hanno detto nel suo staff. Perché le sensibilità bolzanine sono tante. E non solo politiche. Ci sono i commercianti del centro e poi i nostri tycoon dei megastore che hanno appena riposizionato la periferia in una nuova centralità, i difensori di Ronca e delle sue straordinarie curve architettoniche che hanno ridisegnato via Alto Adige negli anni Sessanta. E, non ultimi, ci sono gli automatismi protettivi nei confronti di qualsiasi verde vivente, anche se preda di uno dei più evidenti degradi nella storia bolzanina.

Proprio la prospettiva di riqualificare quell'area era stata decisiva per smussare le possibili resistenze in Comune. Ma poterlo fare con un finanziamento privato aveva fatto brillare gli occhi a mezza giunta. Perché è questo il nodo. E lo sarà anche per l'Areale. Senza i privati la nuova area da restituire alla città coprendo i binari, resterà vuota. La Provincia non può fare tutto da sola. Figurarsi il Comune. Anche in questa prospettiva, in municipio ritengono comunque utile tenere agganciato Benko a Bolzano. Lui potrebbe entrare nel pacchetto dei possibili investitori privati dell'Areale e rendere più facile quello che oggi sembra estremamente difficile.

«Chipperfield e Podrecca si sono già sentiti», hanno confermato i collaboratori di Benko. Podrecca è il guru dell'Areale. L'architetto che ha disegnato l'"arpa". Quella curva che i binari imboccheranno subito dopo Ponte Loreto per poter liberare l'area dietro la stazione e poter così dar via al più grandioso progetto che la storia di Bolzano ricordi. Ma Areale e progetto Benko avrebbero potuto collidere. Si sfiorano su via Garibaldi, si intersecano nel possibile ridisegno della viabilità e potrebbero urtarsi anche nella tipologia merceologica dei rispettivi centri commerciali. Benko ha un vantaggio: ha i soldi. E un progetto possibile. L'areale uno svantaggio: non li ha ancora. E un grande progetto probabile. In Comune sono stati chiari:

«L'Areale ha la priorità urbanistica, il centro deve adattarsi». Già nel primo progetto aveva mostrato la volontà di integrarsi. Adesso Benko sta spingendo in profondità. Il colloquio tra Chipperfield e Podrecca sta proprio a significare una prospettiva di possibile adattamento dell'idea Benko con il grande disegno che riposizionerà il centro di Bolzano, riqualificandone gli accessi, pedonalizzando vaste aree oggi impegnate dal traffico, creando zone residenziali dove oggi si trovano i centri logistici delle ferrovie e infine scavando nuove possibilità di parcheggio sotterraneo.

Se Podrecca e Chipperfield troveranno un'intesa progettuale, potrà diventare vivibile un enorme pezzo della città oggi degradato. E' su questa prospettiva che si sta muovendo il Comune. Perché ottenere un beneficio pubblico attraverso il contributo dei privati è il sogno di ogni amministrazione.













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