Benko: prima il megastore, poi l’Areale

Il tycoon: «Investirò anche nella nuova stazione dei treni». Sul Virgolo da riqualificare: «Ogni promessa è un debito»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. "Lo sapevo - dice Renè Benko - lo sapevo che almeno due terzi dei bolzanini avrebbe scelto il cambiamento. Prima perchè me lo sentivo. E poi... poi non è che non li abbiamo fatti i nostri sondaggi...". Il tycoon, l'invasore, il pater patriae del pru, l'"austriaco", la croce e la delizia dei nostri ultimi tre anni si gode il risultato a Vienna.

E' nel suo ufficio. E guarda le agenzie e i giornali online.

Ma dice anche due cose abbastanza importanti, pro futuro.

La prima è che non aspettava altro che chiudere la partita della consultazione per buttarsi sull'Areale, l'altro mantra riqualificativo bolzanino: "Sono pronto ad investire" dice.

La seconda è che sul Virgolo "ogni promessa è debito" per cui, il tempo che si insedi la nuova giunta, e il suo progetto per il rilancio della collina lo ha già pronto da mettere sui tavoli municipali.

E anche i fondi che servono.

Messner ha detto: fossi stato io il sindaco avrei fatto mettere nero su bianco a Benko un suo impegno per ricostruire il Virgolo...

"Reinhold è un amico ma gli dico: non preoccuparti, ho promesso un progetto per la collina e una promessa la mantengo".

Il che significa...

"Che confermo la nostra opzione d'acquisto per i terreni ma anche che, tempo qualche mese, dopo il bando, avvierò le trattative su due fronti. Il primo con i proprietari per definire la questione, il secondo con il Comune per capire quali sono le sue aspettative e i criteri urbanistici e di salvaguardia ambientale che intende proporci come cornice ricostruttiva."

Costerà abbastanza fare qualcosa sulla collina...

"Abbiamo già investito molto sul concorso con alcuni tra i migliori architetti internazionali. Ha vinto lo studio Snohetta che ha proposto una futuribile stazione a monte e a valle del Virgolo. E ho già le piante per alcuni piani di recupero. Di solito non facciamo tutto questo per niente".

Una delle ragioni del no era: se si avvia il pru in via Perathoner addio riqualificazione dell'Areale. Che dice?

"Mah, non dico niente. Rispondo solo così: aspettavo la fine di questa vicenda per annunciare la mia intenzione di investire sul progetto di riconversione dell'area della ferrovie. So che è un progetto grandioso..."

Che costerà oltre il triplo di quello delle autocorriere..

"Sì, intorno al miliardo di investimento complessivo. Ma Bolzano è una città molto interessante anche per gli investitori internazionali. E ora lo è ancora di più. Io conto che una parte di quel miliardo possa essere mia. L'Areale è il futuro di Bolzano e l'insediamento che dovremo riuscire a costruire in via Perathoner sarà complementare a quella grande opera.".

Nessun problema quindi?

"L'unico sono i tempi. So che quelli dell'Areale saranno molto lunghi, ci sono da definire i bandi di gara, trovare gli altri fondi pubblici, spostare i binari... Ma io sono qui".

Ha mai pensato di perdere alla consultazione?

"All'inizio no. Ero convinto che fosse lo strumento giusto per far parlare direttamente i cittadini. E sapevo che la gente era molto allettata dal nostro progetto".

E dopo?

"L'unico elemento che mi dava ansia era la partecipazione. Mi sono detto: se votano in pochi rischi di perdere, se votano in tanti no. Tutta la scommessa consisteva nel tentare di fare andare alle urne più bolzanini possibile".

Come è stato possibile?

"Abbiamo a disposizione anche dei bravi professionisti della comunicazione. E tanti amici, come Lauda, Durnwalder o Farinetti che mi hanno dato una mano".

Dicono che è facile vincere con il suo carico pubblicitario da novanta...

"Fosse solo quello non ci sarebbe rischio: basterebbe spendere. In realtà la gente è incuriosita dalla pubblicità ma poi sceglie con la sua testa. Inutile riempire la superficie di lustrini se poi non convinci con la sostanza. E la sostanza è che Bolzano è ferma da troppo tempo e il nostro sarà un piccolo contributo alla sua rimessa in moto. Era questo il messaggio, abbastanza semplice, che è risultato vincente".

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