Bolzano

Bolzano: "Abbattere i cuccioli di cervo e le loro madri"

La provincia di Bolzano vuole una drastica riduzione della popolazione di cervi in Val Venosta, per i danni che questi arrecherebbero alle foreste e all'agricoltura. L'Ufficio caccia della Provincia suggerisce di abbattere le madri e i loro cuccioli e promuove incentivi in denaro.



BOLZANO. La Lega Anti Vivisezione di Bolzano fa sapere che in una lettera inviata dall'Ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano, il Direttore Andreas Agreiterper suggerirebbe di sperimentare metodi alternativi di caccia che prevedono di dare la preferenza all'uccisione contemporanea della madre di cervo e del suo piccolo.

Queste misure si renderebbero necessarie per fare fronte alla drastica riduzione del numero dei cervi imposta dalla politica forestale provinciale,  per prevenire i danni causati dagli ungulati alle foreste.

"Una gestione forestale e degli animali selvatici, crudele - dicono i responsabili LAV e WWF di Bolzano - praticata in modo rozzo, privo di qualsiasi rispetto per gli animali nelle fasi più delicate della loro vita, come la riproduzione, l'allattamento e la cura dei piccoli".

Secondo l'Ufficio caccia e pesca sono necessari ulteriori miglioramenti: la rimozione di limitazioni riguardanti il numero di capi femmine e piccoli di cervo abbattibili, incentivi in denaro ai cacciatori per l'uccisione della femmina e del suo piccolo, buoni sconto sulla quota annuale che i cacciatori versano alle riserve come quota annuale legati all'uccisione di femmine e piccoli, la caccia in primavera ed inizio estate alle femmine ed ai piccoli (in agosto i piccoli possono essere uccisi più facilmente insieme alla rispettiva madre).



“Il massacro di femmine e cuccioli di cervo voluto dalla provincia è scandaloso e inaccettabile – prosegue la LAV  - ci aspettiamo un forte e coeso segnale di rifiuto da parte degli stessi cacciatori, nei confronti di un’amministrazione che getta alle ortiche quell’etica venatoria che negli anni ha caratterizzato i cacciatori alto-atesini rispetto a quelli del resto del nostro Paese”.



Le Associazioni LAV e WWF chiederanno al Ministero dell'Ambiente e all'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), una gestione più rispettosa degli animali selvatici e metodi ecologici di controllo delle popolazioni di cervo. Nel caso delle femmine di cervo, le fasi biologiche dovranno essere salvaguardate. Non dovranno essere autorizzate uccisioni di cervi, durante il periodo dei parti, durante l’allattamento e durante la fase di dipendenza dei nuovi nati dalle loro madri.













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