Bolzano: bimbi maltrattati alla scuola materna, 49 parti lese

Nessuno dei genitori ha però già deciso la costituzione di parte civile


Mario Bertoldi


BOLZANO. Sono 49 i soggetti che per il momento risultano parti lese nel procedimento per presunti maltrattamenti a carico di due operatrici della cooperativa «Coccinella» di Bolzano. Per il momento ancora nessuno dei genitori coinvolti ha già deciso di costituirsi parte civile al processo. Con il deposito della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Donatella Marchesini si sono nel frattempo delineate le posizioni che hanno portato a sostenere a carico delle due insegnanti (che hanno 19 e 24 anni) ipotesi di accusa piuttosto pesanti. Dalle carte del procedimento emerge un quadro probatorio del tutto anomalo frutto più che altro di divergenti valutazioni di fatti realmente avvenuti nell'ambito della normale attività dell'asilo nido di via Bari. In altre parole le due insegnanti non negano assolutamente che determinati episodi siano avvenuti, ma contestano assolutamente che possano essere inquadrati in una sorta di maltrattamento nei confronti di alcuni bambini. Tra il resto il maltrattamento è un reato abituale che prevede una condotta penalmente rilevante ripetuta nei confronti di un soggetto. Situazione che, secondo l'avvocato Alessandro Tonon, non sarebbe riscontrabile per i singoli bambini ospiti dell'asilo finito sotto inchiesta. Al di là delle argomentazioni giuridiche, però, andranno valutati anche i singoli episodi contestati. In primo luogo quello delle coperte utilizzate per coprire il viso dei bambini messi a dormire nel primo pomeriggio. Le insegnanti ammettono di aver utilizzato l'escamotage della coperta sopra il viso per agevolare il sonno dei piccoli. Contestano però che si trattasse di un'azione in qualche maniera punitiva e affermano di aver sempre utilizzato quel metodo semplicemente perchè nella cameretta dove i bambini venivano messi a letto mancavano le tende e spesso l'eccessiva luce disturbava il tentativo dei bambini di prendere sonno. Un altro punto al centro di diverse valutazioni oggettive riguarda la cosiddetta «sedia camomilla» o «sedia del pensiero». Anche in questo caso alcuni genitori hanno segnalato che i loro figli sarebbero stati messi in castigo e costretti a restare seduti su una sedia con la faccia rivolta contro il muro. In realtà si sarebbe trattato - afferma la difesa - del tentativo delle insegnanti (su indicazione di esperti psicologi) di far meditare i bambini coinvolti in episodi spiacevoli con altri piccoli ospiti. Un altro episodio contestato dalla magistratura riguarda una «tiratina» d'orecchi che una maestra avrebbe messo in atto nei confronti di un bambino un po' vivace e l'accusa di aver, in alcuni casi, omesso di far mangiare in maniera adeguata i piccoli. Nel fascicolo sono a verbale le testimonianze dei genitori coinvolti, mancherebbero però riscontri concreti. Come nel caso di una mamma che avrebbe raccontato di aver notato un bimbo «assicurato» con una cintura ad un seggiolone. Anche in questo caso con una doppia «lettura» dell'episodio. Metodi coercitivi per i genitori, necessaria sicurezza durante la pulizia di un pavimento per le insegnanti.

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