BOLZANO

Bolzano, i rifugiati "fuori quota" protestano davanti alla Provincia

Un gruppo di profughi chiede cibo diverso e l'apertura del centro che li ospita 24 ore su 24



BOLZANO. Una settantina di rifugiati dei centri di accoglienza Lemayr e Salewa protesta davanti a Palazzo Widmann per chiedere cibo diverso e l'apertura del centro ventiquattro ore su ventiquattro. Chiedendo, inoltre, di poter incontrare l'assessore provinciale Martha Stocker.

Non si tratta dei migranti che arrivano a Bolzano attraverso le quote ministeriali, ma che sono arrivati autonomamente da Afghanistan, Pakistan e altri Paesi. Raccontano di aver fatto la richiesta di asilo, però le pratiche non sono state né accettate né respinte e questo impedisce loro di avere un permesso di soggiorno. Per questo motivo non possono lavorare e passano le giornate in giro per la città, in quanto i centri chiudono dalle 7 alle 20.

Bolzano, la protesta dei rifugiati "fuori-quota"

Parcheggiati da mesi nei centri d'accoglienza non fanno però parte delle quote assegnate all'Alto Adige. Fotoservizio: Kemenater. L'articolo

L'assessore Stocker, scesa in piazza Magnago assieme al capo della squadra mobile, il commissario Giuseppe Tricarico, ha affermato che, in casi come questo, è necessario rispettare le direttive statali e ha poi precisato che si tratta di persone che sono arrivate in Alto Adige autonomamente e che non rientrano nelle quote dell'accordo tra Provincia e Stato. L'assessore si è infine soffermata sulle richieste dei migranti, sottolineando come l'apertura ventiquattr'ore su ventiquattro possa essere, dal punto di vista organizzativo, un problema in quanto ciò impedirebbe, per esempio, di fare le pulizie.

 













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