Bolzano, il sindaco in corteocon gli operai delle Acciaierie

C'era anche Spagnolli al fianco dei lavoratori in sciopero: "La priorità è salvare i posti di lavoro, vogliamo che nessuno vada a fondo per colpa di questa crisi"



BOLZANO. C’era anche il sindaco Spagnolli a marciare assieme agli operai della Valbruna, in sciopero per via dei probabili licenziamenti in arrivo a gennaio. Ma i sindacati attaccano la Provincia: «In questo momento è la grande assente».
 Secondo giorno di sciopero ieri alla Valbruna. Dalle 10 alle 11 i duecento operai del primo turno sono scesi in strada per protestare contro la possibile chiusura del reparto acciaieria e il conseguente licenziamento di 120 dipendenti che potrebbe scattare il 25 gennaio, una volta esaurita la cassa integrazione straordinaria. A marciare assieme a loro ieri c’erano anche il sindaco Luigi Spagnolli e i due consiglieri comunali Guido Margheri e Primo Schönsberg.
 E proprio a Spagnolli si sono rivolti molti dipendenti: «Sindaco, qui si sta decidendo il futuro di 500 famiglie. Le banche non ci concedono più i mutui perché dicono che rischiamo di perdere il lavoro e noi non ce la facciamo più».
 Spagnolli non si è negato al confronto: «Come sindaco è mio dovere pensare alle famiglie. Quello che può fare il Comune è svolgere un ruolo di tramite tra i cittadini e le istituzioni. La priorità è salvare i posti di lavoro, vogliamo che nessuno vada a fondo per colpa di questa crisi. Con l’ingegner Amenduni ho parlato personalmente e lui mi ha sempre assicurato di voler restare qui a Bolzano. Quello che bisogna fare è trovare una soluzione tutti assieme: Comune, Provincia, sindacati e azienda».
 La rabbia degli operai è rivolta soprattutto alla Provincia. E i sindacati raccolgono gli umori dei lavoratori: «È singolare - spiega Claudio Voltolini della Fim/Cisl - che l’assessore all’industria Thomas Widmann non si sia nemmeno interessato dell’intera vicenda». Aggiunge Fabio Parrichini della Fiom/Cgil: «Serve finalmente una presa di posizione chiara da parte della politica. Non si possono continuare a rimbalzare da una parte all’altra i lavoratori». Anche Guido Margheri sottolinea l’assenza da parte della Provincia: «Non è possibile trattare gli operai come degli ostaggi. Valbruna e Provincia devono finalmente fare chiarezza, a questi lavoratori vanno date delle certezze. Dobbiamo assolutamente evitare un nuovo caso Speedline. Il Comune deve riappropriarsi del suo ruolo riguardo alla zona industriale. Va fatto un ragionamento complessivo sul futuro della zona produttiva, cominciando da un censimento degli spazi vuoti per finire con la definizione dei progetti legati alle realtà industriali coinvolgendo Provincia, Comune, sindacati e imprese». Di «vergognoso scaricabarile tra azienda e Provincia» parla il segretario di Rifondazione Comunista Fabio Visentin.
 Del futuro della Valbruna si dovrebbe discutere lunedì in giunta provinciale. Si torneranno ad approfondire i dati relativi ai contributi pubblici concessi in questi anni all’azienda e si decideranno le prossime mosse a livello politico. «La verità - sbotta uno degli operai - è che ormai tutti sanno che la Valbruna lascerà Bolzano: azienda e Provincia stanno solo cercando il modo di dare la colpa all’altro».
 

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