Bolzano, paga la visita 140 euro ma la dottoressa non c’è
Le vicissitudini di una bolzanina per un appuntamento “privato” in Ortopedia all'ospedale San Maurizio. «La prima data era stata posticipata; la seconda annullata quando già ero arrivata in ospedale»
BOLZANO. Un’odissea. È il termine più adatto per descrivere l’esperienza vissuta da Alessandra Rauss, 74 anni bolzanina, per ottenere una visita specialistica, in regime privatistico, all’ospedale di Bolzano. Prenotata, rinviata; prenotata di nuovo, pagata e annullata all’ultimo momento, quando ormai era al San Maurizio.
È uno dei tanti effetti “collaterali” della pandemia e della carenza sempre più pesante di personale sanitario dovuta alle sospensioni.
Ecco dunque la storia, raccontata dalla signora, nella speranza che non debba capitare ad altri. Nel frattempo la visita specialistica l’ha prenotata in una clinica privata; l’Asl le ha comunicato che, ovviamente, la somma pagata le verrà rimborsata.
Partiamo dunque dall’inizio. Ovvero da quando, due mesi fa, comincia ad avere un dolore lancinante ai legamenti della gamba sinistra. «Mi sono subito rivolta al medico di famiglia, che, dopo avermi prescritto un antidolorifico per controllare il male, mi ha consigliato di fare una radiografia».
Con il risultato dell’esame, chiama il Cup per prenotare una visita prioritaria in Ortopedia con il ticket presso l’ospedale di Bolzano. È l’inizio di ottobre; l’appuntamento viene fissato per il 16 novembre. Troppo lunga l’attesa difronte ad un dolore sempre più forte; prenota un visita privata, sempre presso l’Ospedale San Maurizio, per il 28 ottobre.
«Arrivata la tanto attesa data, due ore esatte prima della visita, mi arriva una chiamata da parte dell’Asl, che mi comunica che l’appuntamento, a causa dell’assenza del medico, sarebbe slittato di una settimana».
Precisamente al 4 novembre. «Giovedì dunque mi preparo, esco, vado al San Maurizio, pago la fattura di 140 euro, entro in sala d’aspetto e mi dicono che la dottoressa sarà assente fino al periodo di Natale. Sconcertata e delusa, da cittadina onesta, che da tutta la vita paga le tasse, che da più di 40 anni fa volontariato presso un’associazione anziani, e da oltre 7 anni si occupa h24 di una persona con disabilità che ha costantemente bisogno di aiuto, mi chiedo: dov’è la tutela?»
Più che comprensibile lo sfogo: «Mi sono affidata al nostro sistema sanitario per risolvere un problema alquanto grave che mi crea disagi da oltre due mesi, fiduciosa del fatto che finalmente avrei trovato un po’ di sollievo. Invece sono stata trattata con totale indifferenza; mi sono sentita abbandonata a me stessa; costretta a pagare per una visita tanto agognata e che poi, in tutta risposta, non è nemmeno stata fatta e per concludere in bellezza, mi sono dovuta arrangiare per “accomodare” quest’assenza totalmente ingiustificata, prenotando una quarta visita tra ben tre settimane; ma chi lo sa, andrà così anche questa volta? Concludo con il dire che la nuova struttura del nostro ospedale è davvero degna di nota».
Ma la bellezza dell’edificio non basta: «Sono convinta che la bellezza esterna, sia da equiparare alla “bellezza” e all’efficienza interna; neanche una bella Ferrari potrà mai mettersi in moto senza un motore che si rispetti. Spero che questa mia esperienza possa essere l’occasione per cambiare questa brutta situazione che stiamo vivendo; per far sì che nessuna persona, bambino, adolescente, adulto o anziano, in futuro, possa vivere i disagi che una cittadina bisognosa d’aiuto ha vissuto».