Bomba, disinnesco da 10 e lode
Bolzano. Gli artificieri hanno lavorato per poco più di un’ora. La lunga sirena, che ha annunciato alla città l’inizio del disinnesco dell’ordigno bellico rinvenuto all’inizio del mese in piazza...
Bolzano. Gli artificieri hanno lavorato per poco più di un’ora. La lunga sirena, che ha annunciato alla città l’inizio del disinnesco dell’ordigno bellico rinvenuto all’inizio del mese in piazza Verdi, ha suonato alle 9.35 e, alle 10.42, tutto era già finito. Tanto è bastato gli artificieri del 2° Reggimento Genio Guastatori Alpino della Brigata Alpina "Julia" dell’Esercito Italiano per ridurre ad un innocuo involucro di metallo la bomba sganciata sull’areale ferroviario da qualche bombardiere americano nelle ultime, drammatiche fasi della Seconda guerra mondiale. Poco più di un’ora per mettere la parola fine a settimane di meticolosa organizzazione durante le quali anche il particolare apparentemente era stato pianificato e anche il più remoto imprevisto preso in considerazione. Limitati i disagi anche sulla Statale 12 e in A22.
La grande mobilitazione
I bolzanini residenti nel centro città, quello della Zona Rossa, per intenderci, e cioè l’area compresa nei 500 metri di raggio dal punto in cui giaceva la AN-M64 di 500 libbre, si sono dovuti svegliare di buon’ora nonostante fosse domenica perché, entro le 8.45, hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. Ancora prima, quando il sole non era ancora sorto, s’era messa in moto la macchina del volontariato per trasferire in altre strutture i circa 130 ospiti delle due case di riposo, Villa Armonia e Casa San Vincenzo, presenti nella Zona Rossa. Evacuate anche due persone in quarantena per il coronavirus. Poi, istituiti i posti di controllo di carabinieri, polizia e guardia di finanza su tutti gli accessi è stata la volta degli avvisi lanciati con gli altoparlanti. Anche ieri, però, come era accaduto lo scorso ottobre, prima che gli artificieri scendessero nella buca per prendersi cura della bomba, sono stati raggiunti da Manuela La Bella, che vive in una delle abitazioni che si affacciano su piazza Verdi e che anche ieri ha offerto un buon caffè caldo agli specialisti dell’esercito. Gesto graditissimo dal significato benaugurante. Anche nella Zona Gialla, dove era in vigore “solo” l’obbligo di rimanere in casa o comunque all’interno di un edificio, non ci sono stati problemi. Ovviamente, come di consueto, c’è stato qualcuno che, arrivando probabilmente da Marte, ha tentato di superare i posti di blocco istituiti dalla Polizia municipale su tutti i punti d’accesso alla Zona Gialla. Alle 9.30, insomma, con la popolazione in sicurezza, tutto era pronto per dare il via alle operazioni.
Il disinnesco
A quel punto, la task-force degli artificieri, che indossavano l’elmetto con la penna nera e la nappina viola del 2° Reggimento guastatori alpini sono spariti all’interno del grande “fortino” - la struttura di contenimento alta sei metri realizzata nei giorni scorsi con un migliaio di metri cubi di sabbia - e, dopo il lungo ululo della sirena, si sono presi cura dell’ordigno. Operazione che si è svolta in un silenzio irreale, rotto solo dal rumore del rotore del velivolo del 3° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bolzano che ha sorvolato a lungo la città. Un’ora e poco più agli specialisti per togliere dal mortale confetto le due spolette d’innesco dell’ordigno - una anteriore serie 103 e una posteriore serie 100 - e metterlo nelle condizioni di non essere più pericoloso. Spolette che sono state fatte saltare sul posto. A quel punto, erano le 10.42, un’altra sirena ha annunciato ai bolzanini che non c’era più pericolo.
Fine delle operazioni
Pochi minuti più tardi, i componenti del Com, il Centro Operativo Misto - sindaco Renzo Caramaschi, il prefetto Vito Cusumano e i vertici delle protezione civile, dell’esercito, dei carabinieri, della questura e della polizia municipale - istituito all’interno della sede della caserma dei vigili del fuoco permanenti, in via Druso, hanno fatto un bilancio dell’operazione. Bilancio ovviamente più che positivo per un intervento che s’è concluso nel migliore dei modi senza alcun intoppo.
L’ultimo viaggio
Dopo essere rimasta quasi 80 anni nascosta sotto terra a Bolzano, poco dopo le 11, la bomba ha lasciato il capoluogo ed ha compiuto il suo ultimo viaggio, quello verso Varna, dove è stata fatta brillare in una cava.
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