Bonifica al Noi, scontro sui costi 

Lievitano le spese per il risanamento dei terreni. La Provincia intende farle pagare anche alle aziende che nel tempo hanno operato  in via Volta. C’è il rischio che rallenti il cantiere della costruenda nuova facoltà di Ingegneria e l’Istituto di biomedicina nell’ex mensa Speedline  


Paolo Campostrini


Bolzano. Noi e loro sono ai ferri corti. Noi è il "Noi", il Techpark, il Parco tecnologico di via Volta. Loro sono i precedenti occupanti e in molti casi i proprietari dell'area. Al centro dello scontro ora sul tavolo giudiziario c'è la bonifica. Complessa, lunga e, dopo le ultime valutazioni, costosa (le cifre non si conoscono). Necessaria dopo la decisione del Parco tecnologico di "aggredire" il suo lato ovest dove, a pochi passi dalla rotonda di via Volta in direzione Fiera, sono da mesi in corso i lavori preparatori per installare il centro di Bimedicina e soprattutto la nuova facoltà di Ingegneria.

Ma cosa è accaduto?

Prima di avviare il cantiere effettivo lì sono stati effettuati prima i sondaggi e poi i lavori per la bonifica del terreno. Indispensabile visti i lunghi anni in cui molte industrie, almeno fin dagli anni Trenta, hanno effettuato lavorazioni con tecniche dell'epoca. Quindi con probabile largo uso di materie prime oggi considerate pericolose e con stoccaggi di scarti di lavorazione non più consentiti con le attuali norme di preservazione del suolo e dell'aria. La prima fase di bonifica è stata effettuata dalla Provincia con fondi propri. Ma, e qui sta la notizia, i costi sono di molto lievitati. Fino a raggiungere livelli non più comprimibili in sede di disponibilità di bilancio.

«Non possiamo caricarci tutto il peso - conferma Ulrich Stofner, prima "deus ex machina" del “Noi” in fase di progettazione e ora nell'ufficio economia del presidente Arno Kompatscher - perchè le previsioni sono state smentite dalla realtà. La bonifica necessita di ulteriori investimenti ma ci sembra giusto che ora debbano intervenire altri soggetti». Cioè chi, in una certa fase industriale, ha accumulato lì i residuati da eliminare. Tutto, quindi, è finito tra le carte degli uffici legali. Con i costi della bonifica esplosi si dovrà rivedere ora l'agenda di cantiere. Che tuttavia non dovrebbe toccare quello della facoltà di Ingegneria, dove gli scarti industriali sono stati ritrovati e smaltiti in maniera minore. Si lavora anche nella palazzina ex mensa Speedline che dovrà ospitare Biomedicina, per diventare un luogo di eccellenza nel settore. Si lavora soprattutto all'interno per poter preservare gli esterni. I quali sono stati inseriti in un quadro di tutela storico-architettonica vista il loro notevole valore come testimonianza del movimento modernista e della fase in cui si decise di trasformare quei luoghi in zona di insediamenti produttivi facendovi affluire le grandi industrie pesanti del Nord Italia.

Sia Biomedicina che Ingegneria costituiranno lo snodo di una più profonda e incisiva capacità di essere motore di innovazione di tutto il Parco Tecnologico, aumentandone l'attrattività di base e giustificandone lo stesso sviluppo insediativo, con la costruzione di nuovi "moduli" a sud del Parco dove è già previsto si installeranno numerose aziende pronte a sfruttare il know-how tecnologico degli istituti di ricerca nelle vicinanze.

In più, Ingegneria farà della Zona una appendice sempre meno marginale e sempre più urbana della città stessa, visto che le previsioni parlano di una presenza di almeno 400 persone, tra docenti e studenti. In grado di aumentare la presenza di attività sociali a Bolzano sud. E anche immobiliari. Visto che, proprio in previsione dell'arrivo della nuova facoltà, sono in progetto numerosi studentati, ricavati a loro volta dalla riqualificazione di insediamenti produttivi o dalla riconversione di edifici in principio destinati ad uffici.

Ma prima di tutto questo occorrerà proseguire e concludere la bonifica. Questi lavori preliminari potrebbero essere rallentati dal fronte giudiziario aperto tra Provincia e vecchi proprietari che gli uffici legali stanno provvedendo ad individuare, studiando la storia insediativa e produttiva dei soggetti che lì operavano, per coinvolgerli nel finanziamento della bonifica.













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