Brennero, protesta dei camionisti 

Trasporti. Le associazioni di categoria di Alto Adige e Trentino chiedono all’Ue di togliere l’obbligo del tampone per gli autotrasportatori Baumgartner (Anita) e Morandell (Apa): situazione disumana. Alla Sadobre un altro team dell’Esercito per ridurre l’attesa e accelerare i test


antonella mattioli


Bolzano. Due-tre chilometri di tir in coda al brennero che possono diventare di più nelle ore di punta; più lunga al casello nord dell’a22 a verona, dove tutti i mezzi pesanti, diretti a nord, vengono bloccati per verificare se sono in possesso del tampone fatto entro le 48 ore. chi non ce l’ha viene dirottato verso tarvisio, in modo da arrivare in germania senza passare per il tirolo.

Decine di autotrasportatori, che hanno già macinato centinaia di chilometri senza neppure potersi fermare in un’area di servizio per un pasto caldo, da domenica sera devono mettersi in fila per effettuare il tampone rapido - nel caso non l’abbiano fatto prima - alla sadobre; oppure da ieri è possibile farlo a trento nord.

Monta la protesta della categoria a quattro giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di un tampone, effettuato entro le 48 ore, per gli autotrasportatori che entrino in baviera dal tirolo, dove ci sono centinaia di casi di variante sudafricana: si teme che il virus, più contagioso rispetto al ceppo originale, possa espandersi al di là del confine.

Si chiede con forza che venga ripristinato il corridoio verde, previsto dagli accordi europei, che esclude dall’obbligo del tampone gli autotrasportatori, per garantire l’approvvigionamento delle merci. nonostante gli sforzi messi in campo dalla prefettura, dall’a22, dalla protezione civile, dalla croce bianca e dall’esercito, la situazione è sempre critica anche in considerazione delle temperature rigide.

Cento tamponi all’ora

Nella postazione allestita alla Sadobre - dove accanto al personale dell’Asl da ieri opera un team con un medico e un infermiere delle Truppe alpine - si fanno circa cento tamponi all’ora. Ma per ridurre l’attesa di chi ha fretta di ripartire per portare a destinazione le merci nei tempi previsti dai contratti, e per accelerare ulteriormente le procedure, oggi arriverà un altro team dell’Esercito: un medico e un infermiere andranno ad affiancare chi è già alla Sadobre. Nella giornata di martedì su 1.800 tamponi effettuati, sono stati individuati 3 casi positivi.

«Il Tirolo - dice Thomas baumgartner, amministratore delegato di fercam e presidente di anita - ha trovato il modo per risolvere il problema del transito di mezzi pesanti sul suo territorio. chiedendo già a chi arriva al brennero, il tampone. con il risultato che le code sono tutte in territorio italiano. mentre da parte italiana non c’è alcun controllo: chi arriva da nord entra senza alcun problema. l’altra assurdità è che il tampone può essere effettuato anche in italia, con il risultato che l’autotrasportatore potrebbe benissimo infettarsi dopo, durante una semplice sosta in tirolo, prima di entrare in baviera. l’obbligo del test è in vigore fino al 3 marzo, ma il rischio è che i tempi si allunghino ulteriormente. e a pagare il conto di questa situazione, ogni giorno più pesante, sono i camionisti che già fanno una vita dura; le aziende di autotrasporti che non riescono a rispettare i contratti; le imprese che fanno export e rischiano in questo modo di perdere importanti commesse, perché i tempi di consegna si allungano inevitabilmente e con essi i costi. inoltre, sono da mettere in conto pesanti ripercussioni sull’ambiente, visto che bisogna fare il giro dell’oca per arrivare a destinazione».

Appello all’Europa

Dall’Alto Adige Elmar morandell, presidente della sezione di categoria dell’apa, e Baumgartner Di anita; dal trentino Roberto bellini, presidente associazione artigiani, Andrea Gottardi di Confindustria e Andrea Pellegrini di Fai Conftrasporto, sollecitano un intervento degli esponenti politici regionali presso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, per “difendere la libera circolazione delle merci”.

«Gli autotrasportatori sono costretti a lavorare in condizioni estreme – denuncia Morandell -. Con temperature di 10-15 gradi sotto le zero, oltre 1500 autisti sono dovuti rimanere per ore in coda negli ultimi giorni, in attesa di un test. Comprendiamo le difficoltà del momento, ma non si possono penalizzare coloro che mantengono operativa la catena delle forniture e la consegna delle merci. Queste persone sono costrette a lavorare in condizioni disumane ed inaccettabili».

Rifiutati i test solo in italiano

Pare che l’impasse sia stato superato, ma fino a ieri non venivano accettati tamponi redatti in italiano; solo in tedesco, inglese o francese. Tanto che un’azienda veronese che aveva fatto effettuare il tampone ai propri camionisti in Veneto, se li sarebbe visti respingere al confine. Va poi ricordato che oltre al test negativo, effettuato nelle ultime 48 ore, ogni autista deve registrarsi online su www.einreiseanmeldung.de prima di entrare in Germania, pena una multa.













Altre notizie

Attualità