Bressanone: il sindaco è indagato per abuso d'ufficio

Nuova inchiesta sull'ampliamento della palestra di via Durst: coinvolto Pürgstaller. Esposto dello studio Costazza, il pm Bisignano ha aperto un fascicolo. Al vaglio l’iter della nuova concessione edilizia


Gianfranco Piccoli


BRESSANONE. Nuovo capitolo giudiziario sui lavori di ampliamento all'edificio Hypo Vorarlberg di via Durst. Il pm Axel Bisignano ha aperto un fascicolo per abuso d'ufficio e sul registro degli indagati è finito il sindaco Albert Pürgstaller. A far scattare il nuovo filone d'indagine è stato poche settimane fa un esposto presentato dallo studio tecnico brissinese Costazza, lo stesso che, su incarico della Hypo Vararlberg, nel 2005 ha realizzato il progetto originario per l'ampliamento della palestra Easy Fit (ex Fitness Studi). Lo studio tecnico ha chiesto alla Procura di verificare se vi sono state irregolarità nell'iter della nuova concessione edilizia, rilasciata lo scorso anno su un progetto presentato dal nuovo architetto incaricato della Hypo, il noto professionista brissinese Ralf Dejaco. Un passo che con ogni probabilità lo studio tecnico ha fatto per ragioni di chiarezza e di tutela, nell'ipotesi che la Hypo si rivalga sui progettisti per quanto riguarda la multa pagata al Comune (poco meno di 200 mila euro). Nei giorni scorsi i carabinieri di Bressanone hanno acquisito tutta la documentazione presso gli uffici del Comune e hanno eseguito i rilievi presso l'edificio al centro dell'inchiesta. Al momento unico indagato è il sindaco: la Procura sta valutando se c'è stato un intervento illecito di Albert Pürgstaller in merito alla pratica che riguarda l'ampliamento dell'edificio. La vicenda è complessa. Nel 2005 lo studio Costazza era stato incaricato dalla Hypo Vorarlberg di progettare l'ampliamento della palestra, sfruttando la cubatura prevista per il terziario in zona industriale. Il progetto aveva ottenuto tutte le autorizzazioni, ma a lavori ultimati è scattata la contestazione da parte del Comune su un aumento irregolare di cubatura. Pochi metri che rientravano nei parametri, secondo i progettisti. Circa 454 metri cubi oltre il consentito secondo gli uffici pubblici. Ma per lo studio Costazza il dato del Comune era frutto di un cambiamento (a lavori fatti) dei parametri per calcolare la cubatura. Un primo tentativo per risolvere la situazione è andato a vuoto. Il titolare della palestra, Egon Mair, aveva acquistato a poca distanza dall'edificio un terreno per la realizzazione dei parcheggi. Quello stesso terreno era edificabile e venne quindi chiesto al Comune - sfruttando un'apposita norma - di spostare la cubatura da quel terreno all'edificio in questione per chiudere la vicenda. L'amministrazione aveva risposto picche, ritenendo che un'operazione del genere non era possibile a lavori fatti. Morale? Nel 2006 la palestra viene inaugurata nonostante la presunta irregolarità non sia sanata e manchi la licenza d'uso (tutt'ora assente). Nel 2008, poi, il Tar accoglie il ricorso presentato da due ditte presenti nell'edificio, la Ze Pè e la Maschinenzentrum. La concessione edilizia non è valida - dicono i giudici - perchè il tetto risulta modificato e una terrazza di uso comume diventa una sala interna della palestra. Questa sentenza è stata però annullata dal Consiglio di Stato nel dicembre scorso. Nel 2009 interviene la Procura. Anche allora Bisignano aveva aperto un fascicolo per abuso d'ufficio, poi archiviato per assenza di dolo. Nell'ottobre scorso alla Hypo Vorarlberg è arrivato il conto del Comune: 194 mila euro per la mancanza della licenza d'uso per la palestra. Il 6 aprile Walter Blaas, capogruppo dei Freiheitlichen, presenta un'interrogazione, chiedendo se la multa, a cinque mesi di distanza dalla delibera, è stata pagata. Non è così, come spiega l'assessore Amhof nella risposta: la cifra, infatti, viene interamente versata l'11 aprile, cinque giorni dopo l'interrogazione del consigliere comunale. Nel frattempo la Hypo Vorarlberg incarica l'architetto Ralf Dejaco di un nuovo progetto di ampliamento della palestra. La pratica ottiene tutte le autorizzazioni necessarie dal Comune, «previa presentazione della dimostrazione che la cubatura realizzata abusivamente è stata demolita». Nell'esposto in Procura, però, nella sostanza si chiede al pm di verificare se le autorizzazioni concesse oggi non siano altro che le stesse negate a suo tempo. Da qui il presunto abuso.

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