Bressanone, Pedron rimette il mandato da vicesindaco

«Motivi professionali, il partito lo sapeva da tempo». Il coordinatore del Pd Costa: «Non è all’ordine del giorno, siamo tutti soddisfatti del lavoro che svolge»



BRESSANONE. «Il mio è un mandato a termine, questo era chiaro sin dal giorno successivo alle elezioni». Gianlorenzo Pedron, vice sindaco di Bressanone, ammette l'intenzione di farsi da parte, dando corpo alle voci che da tempo circolano negli ambienti politici. Pedron dunque vorrebbe lasciare, non prima però che il partito abbia individuato un'alternativa. «Il tema non è all'ordine del giorno, siamo contenti dell'operato del vice sindaco», il secco commento di Carlo Costa, coordinatore cittadino del Pd. Pedron nega che alla base della sua volontà ci siano le polemiche legate ai festeggiamenti per l'Unità d'Italia: «Questioni di carattere personale: è difficile conciliare il lavoro (Pedron è avvocato ndr) con il ruolo di vice sindaco - spiega - non è un mistero che io avrei gradito entrare in consiglio comunale come capogruppo. Poi mi sono messo a disposizione del partito per ricoprire un altro ruolo, ma sin dall'inizio era chiaro che si sarebbe trattato di un impegno a termine». La conseguenza delle dimissioni, tuttavia, toglierebbe totalmente dalla scena Pedron, visto che si è dovuto dimettere da consigliere comunale per fare il vice sindaco. Pedron, comunque, non fissa limiti temporali: «Il coordinatore, Carlo Costa, conosce la mia volontà ed è ora che il partito cominci serenamente ad affrontare la questione. Sono consapevole che non è facile trovare una soluzione ed è per questo che io, comunque, non lascerò sino a quando non ci sarà chiarezza in questo senso». Il vice sindaco ribadisce che sulla sua posizione non ha minimamente pesato la polemica per i 150 d'Italia e in particolare il braccio di ferro (poi risolto) con l'Ana: «Politicamente non è cambiato nulla. Anzi - continua - rispetto alla precedente legislatura, caratterizzata da continue polemiche, il clima è sereno e costruttivo. Ribadisco che la mia posizione nasce da questioni di carattere personale». In effetti era noto che Pedron aveva accettato la proposta di fare il vice sindaco con qualche remora, legata proprio ai suoi impegni professionali. Per Carlo Costa il tema delle dimissioni del vice sindaco non è in agenda: «Siamo tutti soddisfatti, noi e il sindaco, dell'operato di Gianlorenzo Pedron - esordisce il coordinatore cittadino del Partito democratico - non è all'ordine del giorno il fatto che il vice sindaco possa lasciare l'incarico. E, considerando i risultati brillanti che ha raggiunto, ritengo che resterà a disposizione». Parole di totale appoggio, ma che stridono con quanto detto dal diretto interessato. Per ora, dunque, il coordinatore esclude la possibilità di imboccare nuove strade: «In questo momento - chiude Costa - non si stanno valutando alternative». È pacifico che trovare un'alternativa a Pedron sarebbe tutt'altro che facile. Il Pd non potrebbe pescare in consiglio comunale, dove il partito ha piazzato due consiglieri del gruppo linguistico tedesco (Renate Prader e Horand Meier) e uno del gruppo ladino (Alberto Ghedina). La scelta plurietnica del Pd a suo tempo è stata fortemente criticata dalle opposizioni e ora si potrebbe innescare una nuova polemica. L'unica strada realmente percorribile, in caso di dimissioni di Pedron, è la chiamata di un esterno.

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