Bressanone: per il Giardino Vescovile cinque anni di affitti “a vuoto”

Il caso sollevato con una mozione dal consigliere comunale Klauspeter Dissinger: «L’area non è ancora aperta al pubblico, la Curia restituisca i soldi al Comune»


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Parte dei 100 mila euro versati finora dal Comune alla Curia per l'affitto annuo del Giardino Vescovile (nell'ottobre di questo 2013 saranno cinque anni di locazione e la cifra toccherà 125 mila euro) dovrebbe essere restituita all'amministrazione comunale ed essere messa a disposizione dei cittadini per le necessità che saranno ritenute prioritarie. La richiesta arriva dal consigliere comunale indipendente Klauspeter Dissinger, il quale, attraverso una mozione che verrà discussa in consiglio nella seduta del 4 aprile, chiede al Comune e alla Curia di trovare un accordo per arrivare a una restituzione anche parziale di quattro anni di affitto. Ciò alla luce del fatto che dal 2008 a oggi il Giardino non è stato ancora aperto al pubblico e quindi i soldi dei cittadini sono stati praticamente gettati.

«Il contenuto della mia mozione è semplice - spiega Dissinger -. Nell'ottobre 2008 il Comune e la Diocesi siglarono un accordo per l'utilizzo del Giardino con un affitto di 25 mila euro annui. La prima obiezione è che l'accordo avrebbe dovuto prevedere che il pagamento dell'affitto iniziasse quando il Giardino sarebbe stato sul punto di aprire al pubblico. All'epoca si parlò di un paio di anni di attesa, ma invece ne sono passati, a ottobre, cinque e il Giardino è ancora chiuso. Quindi, in considerazione del momento di crisi e dei tagli che ogni Comune deve subire, chiedo che la Diocesi, in nome di un sentimento religioso e di fratellanza che le dovrebbe essere proprio, rinunci a parte degli affitti finora incassati e li restituisca al Comune per fare in modo che vengano messi a disposizione dei cittadini e utilizzati per i servizi necessari».

Nella sua mozione, Dissinger ricorda che nel corso di questi anni il frutteto del Giardino è rimasto in mano alla Diocesi, è stato curato, ha dato i suoi frutti, soprattutto mele, e il Comune non ha mai visto un centesimo nonostante avesse in affitto l'area. «Le mele non hanno certo portato chissà quale cifra - conclude il consigliere - ma mi sembra comunque ingiusto che si continui a pagare un affitto di 25 mila euro all'anno per un'area ancora chiusa al pubblico, senza che i cittadini di Bressanone ne ricevano alcun vantaggio».

Sarà interessante vedere cosa emergerà dal dibattito consiliare sulla mozione.

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