Caia: «Sarò un arbitro super partes»

Ma Noggler e Schuler contestano il super-consulente: «Ha rappresentato la Sel su incarico della Provincia contro i Comuni»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Più che bolzanino Giuseppe Caia, il super-consulente di 58 anni scelto dalla Provincia e dal Consorzio dei Comuni per uscire dal pantano del caso Sel, è marchigiano o, al massimo, emiliano. «Sono nato a Senigallia, mio padre è calabrese e mia madre di Modena. Forse molti pensano che io sia altoatesino perchè ho fatto medie e liceo a Bolzano, ma in realtà da quando mi sono iscritto all’università non ho più lasciato Bologna, dove ho uno studio legale. Faccio l’avvocato e il consulente di tante società ma anche di parecchi enti pubblici». Di sicuro a Caia non piace stare sotto i riflettori ma c’è già chi lo contesta. «È un esperto - commentano i consiglieri provinciali Svp Noggler e Schuler - e ha rappresentato nel 2000 la giunta provinciale contro i Comuni nella querelle sui canoni idrici, ma anche la stessa Sel, sempre su incarico della Provincia, contro i Comuni».

Dottor Caia, è legato ancora a Bolzano?

«Diciamo che torno ogni tanto in vacanza. Ma in Alto Adige non ho parenti, quindi se capito in zona lo faccio per piacere. Tra l’altro ho l’impressione, fin da quando ero ragazzino e frequentavo il liceo Carducci, che si tratti di una provincia in cui le cose funzionano».

Quindi si considera più emiliano che altoatesino?

«Sono arrivato a Bologna negli anni Settanta per studiare e dopo la laurea non mi sono più spostato. Il fatto che a Bolzano si ricordino ancora di me non può che farmi piacere».

Come dobbiamo definirla: tecnico, giurista, superconsulente o cos’altro?

«Sono un giurista , ho acquisito una certa esperienza sulle cosiddette multiutility e su settori specifici».

Quali?

«Penso in particolare ai servizi pubblici, all’energia, alle miniere, allo sfruttamento delle acque e altri ancora».

Alcune forze politiche hanno già presentato interrogazioni urgenti in consiglio provinciale sui suoi precedenti incarichi per enti pubblici altoatesini. Cosa ci può dire a riguardo?

«È vero. Ho lavorato per il Comune di Bolzano quando era stata ventilata l’ipotesi di privatizzare Ae ma ho fatto il consulente anche per la Provincia e per altre Regioni italiane».

Si ricorda che tipo di incarichi ha svolto per la Provincia di Bolzano?

«No, francamente dovrei andare a guardare. Ma con ogni probabilità si tratta dei settori di cui parlavo prima».

Si dice che in Italia ci siano solo una ventina di esperti del suo calibro in questo campo. È così ?

«Sono un tecnico con un carattere piuttosto schivo. Comunque, di sicuro non siamo molti».

La Provincia le ha già consegnato i faldoni sul caso Sel?

«No, ma è una questione di giorni. Non so ancora se me li spediranno o se dovrò venirli a prendere».

Ha già programmato i primi incontri a Bolzano?

«Non ancora ma dovrò sicuramente fare approfondimenti in loco per esaminare gli incartamenti in modo obiettivo. Chiederò spiegazioni e incontrerò tutte le società interessate dalla vicenda».

La Provincia le ha messo fretta?

«Solitamente quando vengono conferiti incarichi di questo genere il tempo a disposizione non è mai molto. Di sicuro dovrò studiare bene le carte in un lasso di tempo ragionevolmente breve».

La Provincia si aspetta che lei indichi la strada per uscire da questa fase di stallo sapendo di rischiare risarcimenti per centinaia di milioni?

«Sarò un arbitro super partes e dovrò individuare una soluzione in grado di conciliare le varie posizioni».

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