Caritas licenzia quattordici dipendenti

Dal primo agosto perderanno il posto 4 impiegate, 6 autisti, un lavapiatti, un cuoco, un aiuto cuoco e una cameriera


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Caritas, probabilmente per la prima volta nella sua storia in Alto Adige, ha deciso di aprire una procedura di licenziamento collettivo. A perdere il posto, dal primo agosto, saranno 14 delle 18 persone impiegate nel servizio mensa. Si tratta di un cuoco, di un aiuto cuoco, di una cameriera di sala, di un lavapiatti, di quattro impiegate, e di sei autisti, di cui quattro con contratto a termine. A comunicarlo, ufficialmente, ai lavoratori è stato - nei giorni scorsi - il rappresentante legale della Fondazione Caritas della Diocesi Bolzano-Bressanone Franz Kripp.

Si tratta di rapporti ormai consolidati, con alcuni lavoratori che prestavano servizio nel settore ormai da una dozzina di anni e da agosto si troveranno senza stipendio. Si salveranno solo in quattro - un cuoco, un aiuto cuoco e due cameriere - perché Caritas deve garantire una parte del servizio (la mensa per studenti) fino al giugno 2018. L'azienda bolzanina che subentra nella parte più importante dell'appalto (la mensa per anziani), ovvero Arma, ha già comunicato di non essere interessata a rilevare le unità lavorative coinvolte in questa procedura di licenziamento collettivo. «Cosa abbiamo capito fa tutta questa vicenda? Che non ci sono più datori di lavoro sicuri. Nemmeno la Caritas. Pensavamo di essere dei privilegiati e tra pochi giorni saremo per strada», commentano delusi alcuni dipendenti. Il servizio prevede una media di cinquemila pasti mensili. E il committente è il Comune di Merano. Caritas si è chiamata fuori perché ha capito che - econonomicamente - l'appalto non era vantaggioso.

«Per ragioni sia di natura economica che strategica - spiega Kripp - Caritas ha deciso di concentrare il proprio impegno in attività più strettamente legate al proprio scopo sociale e in conseguenza di questa decisione intende mettere in atto un completo riassetto organizzativo che prevede la cessazione di ogni attività connessa al servizio di preparazione pasti. Ed è nel quadro di tale riorganizzazione che va letta la mancata partecipazione da parte di Caritas al nuovo bando di gara per il rinnovo dell'appalto del Comune di Merano per la gestione della mensa per anziani. Caritas deve assicurare tuttavia la prosecuzione del servizio mensa per studenti fino alla scadenza naturale del contratto, prevista per agosto 2018, e per tale ragione si impegna a garantire la conservazione di quattro unità lavorative».

C’era chi aveva sperato, almeno inizialmente, che Caritas potesse sistemare in altre strutture i lavoratori in esubero, ma Kripp ha già chiuso anche questa porta: «Si tratta di profili professionali non in linea con il mutato assetto organizzativo e produttivo».

Caritas potrebbe invece riconoscere ai lavoratori licenziati una sorta di buonuscita superiore a quella prevista dal contratto collettivo.

«Siamo pronti ad esaminare la possibilità di concedere al personale in esubero non riassunto dalla società subentrante e non ricollocato in Caritas trattamenti economici aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla vigente legislazione e dal contratto collettivo nazionale (Turismo e pubblici esercizi)».

La società subentrante - che è l’Arma di Bolzano - ha già ribadito peraltro ai sindacati di non essere intenzionata ad assorbire il personale in uscita da Caritas, perché dispone già di un proprio centro cottura. Una situazione difficile da gestire dunque che, almeno al momento attuale, non sembra offrire ai lavoratori una via d’uscita. Almeno nel breve periodo. Per il momento i sindacati non sono ancora usciti allo scoperto, ma hanno preso atto della comunicazione formale di Caritas. Nelle prossime settimane non sono esclusi ulteriori colpi di scena. Per ora restano solo l’amarezza e la rabbia dei lavoratori messi alla porta.

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